Radiofreccia
Luciano Ligabue - Italia 1994 - 2h
[opera prima]

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

       Liberato dall'assurdo divieto ai minori di quattordici anni, ecco il miglior debutto cine-rock dell'anno, Radiofreccia, opera prima e ultima del cantautore Luciano Ligabue film successivo in archivio che "amarcordeggia" in flashback sugli anni '70. Quando, per esempio, a Correggio, dalle parti di don Camillo, un gruppo di bravi e frustrati ragazzi dà vita a un'emittente che dice pane al pane e rock al rock: primo sponsor, che non si scorda mai, è il salumiere. Tra i teenagers del bar, sul cui bancone filosofeggia Guccini mentre Vito serve i tavoli, la radio colma molti bisogni, veri e finti, illusioni di libertà poi contraddette dal "sistema".
Ma il film è la storia di Freccia, primo alternativo che manda a quel paese mamma Serena Grandi, s'incastra in una love story borghese, gode col microfono in diretta ma perde nell'imboscata con la droga, l'albero delle "pere", dopo aver lanciato un lucido messaggio di disperazione via etere. Il regista mostra una disfatta realistica ma anche didascalica: al funerale dell'intenso, bravo, simpatico Stefano Accorsi la banda del paese suonerà Elvis. Radiofreccia, per citare un grande, ha il ritmo della vita senza zone morte, si compiace di piccole-medie-grandi osservazioni sui vitelloni di provincia e le loro chiacchiere notturne e le vite mezze spericolate, tendendo un filo rosso sulla linea della via emiliana alla follia. Ma soprattutto racconta con slancio narrativo, col gusto del carattere, della caricatura, dell'ironia, aiutato da un cast giovane tutto espressivo e sintonizzato. Colonna sonora a piovere, ma anche questa fa tutt'uno col film, facendolo arrivare, pur con qualche ovvietà, a piena destinazione emotiva.

Cinema Estate in VILLA CONTARINI 1999