«Mi
chiamo John Dillinger. Rapino banche». Evocando il leggendario «Mi
chiamo John Ford. Faccio western», nel suo gigantesco, notturno e
irrequieto nuovo kolossal, Michael Mann ci racconta un John Dillinger di
poche parole, un killer spietato e malinconico, con l'occhio freddo di un
serpente, avvolto di una calma piatta, minacciosa e con l'eleganza
naturale di Johnny Depp. Un uomo che non teme nulla e nessuno, sorride
pensando al mito di se stesso e perde la testa per una meticcia francese
di nome Billie Frechette (Marion Cotillard). Il pericolo numero uno di
|
Giulia D'Agnolo Vallan - Il Manifesto |
Ci sono due modi per reagire di fronte a Nemico pubblico. Lo spettatore dipendente dall'adrenalina del poliziesco ordinario lo troverà sontuoso, tenebroso, un po' tortuoso, forse compiaciuto. I cercatori d'oro estetico confermeranno l'opinione che hanno di Michael Mann: uno dei massimi pittori d'icone cinematografiche [...] Un'America amara e depressa funziona da sfondo, senza tuttavia ritrovarsi alle prese col solito assunto moraleggiante; anzi per Mann la lotta tra fuorilegge e capitalismo assume toni che non lasciano spazio a emozioni diverse da quelle divorate dai media e digerite da un popolo già pubblico. La dimostrazione di questo sottile passaggio tenuto in bilico tra referto oggettivo e delirio epico sta nella bellissima sequenza in cui Dillinger s'introduce nelle stanze della squadra speciale dell'FBI incaricata di catturarlo e «rivive» la sua stessa storia di criminale come se fosse uno spettatore esterno... uno spettatore di cinema, naturalmente. Del resto proprio il rito catartico della settima arte diventerà decisivo al momento della verità: tutti sanno che Dillinger cadde ancora giovane all'apogeo della propria leggenda, ma solo un regista di classe sa raccontarlo con pochi sbrigativi tratti e subito dopo rappresentarlo con il semplice bagliore del fuoco di una sigaretta. |
Valerio Caprara - Il Mattino |
C'è una curiosa differenza tra il titolo italiano e quello originale dell' ultimo film di Michael Mann: da noi è singolare, Nemico pubblico; in originale è plurale, Public Enemies. Forse il regista voleva riferirsi non solo a John Dillinger, che nel film è interpretato da Johnny Depp, ma anche a tutti quegli altri gangster - Alvin Karpis, Pretty Boy Floyd, Walter Dietrich, Baby Face Nelson - che nella prima metà degli anni Trenta scossero l'opinione pubblica americana. Oppure si riferiva ai due «nemici» che si confrontano nel film, come era stato anche nella realtà: Dillinger da una parte e Melvin Purvis (interpretato da Christian Bale) dall'altra, il poliziotto dell'FBI che gli dette la caccia fino ad ucciderlo... |
Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera |
...Quella
calda sera del 22 luglio 1934 andò al Biograph di Chicago per vedere
Manhattan Melodrama,
un film di gangster nel quale Clark Gable e William Powell interpretavano
due amici d'infanzia che, da adulti, si trovavano su fronti opposti: il
primo |
Alberto Crespi - L'Unità |
promo |
Dillinger (Johnny Depp) è un bandito che agisce da Robin Hood del Midwest, terrorizza e affascina, colpisce e riflette, sorprende e irride. Gli si erge contro Purvis (Christian Bale), l'ambizioso sbirro che lo bracca; ma intanto il «Nemico Pubblico» resta leale nei confronti dei complici e innamorato della sua Billie. Un'America amara e depressa funziona da sfondo... Lavorando sull'idea della caccia all'uomo e sulla struttura delle fuga, Nemico pubblico è uno studio sul movimento: rapine che durano meno di due minuti, frenetiche corse in macchina nel buio, convulsamente striato dalla luce arancione delle raffiche di mitragliatrice. In ogni inquadratura di Mann c'è tutto il potere straordinario del cinema. |
![]() |
TORRESINO
- dicembre 2009 |
![]() |