Little
Miss Sunshine |
miglior sceneggiatura originale (MICHAEL ARNDT) miglior attore non protagonista (ALAN ARKIN) |
da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
Rivelazione al Sundance e a Locarno, una commedia cinica e intelligente, divertente e amara che mette una bomba sotto una stravagante famiglia ma poi tenta di ricucire. Chissà. Padre in crisi, mamma indaffarata, figlio nichilista e silenzioso, zio gay fresco di suicidio e amante di Proust, nonno freak, strafatto e sboccato, tutti al servizio di un viaggio scombinato on the road in California dove la piccola di casa gareggia al concorso di Little Miss Sunshine. Viaggio d'inferno verso la sfilata delle piccole Barbie, una delle mostruosità americane di cui si contesta la voglia di vincere a tutti i costi. Commedia sfrontata e farsesca dove tutti perdono pezzi, ma non perde colpi la serrata regia coniugale di Dayton e Faris con un magnifico cast di caratteri, da Greg Kinnear, che passa il ruolo di gay a Steve Carrell, Toni Collette, Alan Arkin, la bimba prodigio e incubo Abigail Breslin. Film sorpresa, da non perdere. |
da La Stampa (Alessandra Levantesi) |
Il segreto di Little Miss Sunshine, diretto con brio dalla coppia Jonathan Dayton & Valerie Faris noti come registi di video musicali, è sconvolgere lo schema tipico della sitcom in chiave di teatrino della crudeltà, senza perdere in simpatia. Quella degli Hoover di Albuquerque è una classica famigliola americana formata da Greg Kinnear, la moglie Toni Collette e due figlioli, l'adolescente Paul Dano e Abigail Breslin di anni sette. In più ci sono il nonno paterno Alan Arkin e lo zio Steve Carell, fratello di Collette, appena dimesso dall'ospedale. Tutto molto tipico e sano, salvo il fatto che Greg è autore di un programma su come avere successo che non ha alcun successo; che Toni, al secondo matrimonio, è talmente impegnata a mantenere l'equilibrio fra i suoi cari da rischiare di vedere saltare il proprio; che Paul, seguace delle teorie di Nietzsche e in rotta con tutti, ha deciso di restare muto e comunica esclusivamente tramite bigliettini; che il nonnino, sempre su di giri, è stato sbattuto fuori dall'istituto per uso di droga e che Carrell, reputato studioso di Proust, è reduce da un tentativo di suicidio per aver perso insieme l'amore e un importante riconoscimento accademico. L'unica a emanare una sorta di assurda positività è Abigail, che pur cicciottella e occhialuta è convinta di poter vincere il concorso di bellezza "Little Miss Sunshine". L'evento coinvolge l'intero clan in un viaggio tragicomico verso Redondo, California, dove si svolge la gara. A bordo di uno scassato furgoncino, perfetto simbolo di una incasinata realtà interiore, vengono fuori frustrazioni e idiosincrasie che mettono i rapporti interpersonali a dura prova, finché nel grottesco finale la famiglia si ricompatta. Infranto da tempo il sogno americano, ora si parla di «disfunzione americana» e lo sceneggiatore Michael Arndt vi getta uno sguardo ironico e divertito, raccontando con una certa verità l'odierna difficoltà di vivere. Felicemente scelti e intonati, gli attori incarnano i personaggi con un'affettuosità che li riscatta. |
da Il Messaggero (Fabio Ferzetti) |
Il nonno sniffa
eroina, il padre spaccia senza successo ricette per il successo, la madre
si limita a fumare tabacco (in America è quasi un crimine). In compenso lo
zio professore, "il secondo studioso di Proust più stimato d'America", ha
appena tentato il suicidio per amore di un altro uomo; il figlio
adolescente, lettore di Nietzsche, ha fatto voto di silenzio finché non
entrerà alla Scuola di Aeronautica; e la paffuta Olive, 7 anni, grandi
occhiali da secchiona, si prepara a correre per il titolo di "piccola miss
California"... |
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TORRESINO ottobre-novembre
2006