Un
film che lascerà in ogni cinefilo un senso forte di gratitudine.
Fa sempre bene, infatti, ritrovare sullo schermo la nostalgia per
il vecchio cinema di genere gestita con la bravura e la sensualità
di Curtis Hanson
.
Tratto dal romanzo di James Ellroy, il film intreccia le storie
di alcuni detective del dipartimento di Polizia: il violento ma
irreprensibile Bud (Russell Crowe, fra tutti la rivelazione), il
corrotto benché simpatico Jack (Kevin Spacey, bravissimo)
e il carrierista Ed (Guy Pearce) aspirante eroe. Sullo sfondo, ma
non troppo, si agita il giornalista da spazzatura (Danny De Vito),
uno che costruisce scandali e scandaletti sul mondo di Hollywood
anche grazie all'aiuto di Jack. Dimenticavamo: siamo negli anni
'50 e Sunset Boulevard nasconde troppi segreti, scandali, vizi e
delitti. Inoltre ha bisogno di ragazze di poca morale e tanta bellezza.
Una dark lady, insomma come quella impersonata da Kim Basinger,
squillo d'alto bordo nel ruolo di una sosia di Veronica Lake. Bellissimo
l'inizio del film, in cui la Città degli Angeli (con la
faccia sporca) viene introdotta dai filmini amatoriali nei colori
sgranati d'epoca. Una smagliante California finto-Paradiso, come
avverte la voce fuori campo di Sid. E benissimo raccontato è
il mondo "basso" e purulento - ma in qualche modo anche
pieno di fascino e buone intenzioni - della squadra dei detective.
Hanson raccoglie su di sé l'eredità della grande letteratura
hard-boiled e le strizzate d'occhio al cinema che fa da sfondo sono
sempre esatte, senza compiacimento, senza bugia, senza troppo lustro
e patinatura. C'è tutto il marcio della polizia, è
ovvio; ci sono la storia d'amore tra il poliziotto (anzi: i poliziotti)
e la puttana; lo scandalo vero di Hollywood (Lana Turner con Johnny
Stompanato) e il noir
classico.
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