Kolya
Jan Sverak
- Repubblica Ceka 1996
- 1h 45' |
[...] Kolya
(oscar
per il miglior film straniero)
e Il prigioniero del Caucaso (nomination nella stessa categoria)
sono due classici film d'essai, coerenti ad un'idea di cinema pregnante
di contenuti e calibrato nello stile. Il primo, firmato da Jan Sverak,
rilegge con i toni della commedia la stagione umana (e politica) che
precedette in Cecoslovacchia la primavera di Praga, mescolando l'esistenza
di un musicista scapolo e dissidente con quella di un ragazzino russo
affidatogli in paternità coatta. Tanto Kolya è
lieve e sentimentalmente accattivante, tanto
Il prigioniero del
Caucaso è
lacerante e impietoso nella sua denuncia contro la guerra e contro l'odio
che l'accompagna. Come causa e come effetto. Una fiaba nera che vive
di realismo, ma si libra alta nella metafora, ove la pietà è
un "pericolo incombente" e i fantasmi acquistano una gioviale
concretezza. Nella fallita trattativa per lo scambio di prigionieri
(tra ceceni e esercito russo) restano memorabili le sofferte figure
dei genitori (il vecchio guerrigliero da una parte, la spaesata maestra
russa dall'altra) e la descrizione, tra rassegnato fatalismo e disperata
umanità, della prigionia dei due soldati dell'Armata Rossa. La
morale non lascia spazio a divagazioni etniche: in ogni guerra, non
solo in quella del Caucaso, è il genere umano a trovarsi alfine
in ostaggio del proprio assurdo combattere. |
ezio leoni - La Difesa Del Popolo 11 maggio 1997 |