Io sono con te
Guido Chiesa - Italia 2010 - 1h 42'

   Bellissima e poetica ricostruzione della vita di Maria, madre di Gesù, e di alcuni episodi chiave dell'infanzia e pubertà del suo unico figlio, speciale per lei non in quanto figlio di Dio, ma in quanto figlio suo amatissimo. Guido Chiesa film successivo in archivio costruisce una parabola sul valore salvifico della femminilità e sulla responsabilità etica dell'essere madre, non entrando affatto nel merito della valenza spirituale di Gesù, ma concentrandosi sulla capacità di Maria di crescere un figlio senza tarpargli le ali, spingendolo implicitamente ad essere il miglior se stesso possibile. Poiché l'ambiente in cui si muove è la Palestina di migliaia di anni fa, Maria passa per una ribelle agli occhi dei maschi abituati a dominare e a dispensare ordini e proibizioni, e diventa una figura anarchica le cui armi vincenti sono una fede profonda, una fiducia innata nella saggezza della vita e nelle proprie e altrui possibilità, una infinita capacità di amare. Quanto sia realistica questa Maria protomontessoriana immersa in una cultura che risolveva (e ancora oggi risolve) con la lapidazione qualsiasi velleità autonomistica femminile è, in fondo, irrilevante: la favola è bella, ben raccontata e recitata in modo credibile e convincente da tutti.

Paola Casella - Europa

   Siamo in presenza di un lavoro che ha il grande e valoroso merito di scommettere su un pensiero, su una visione. Entrando in punta di piedi, con la signorilità abituale del suo tratto, in una materia di importanza capitale per la fede cristiana e cattolica, il regista la sovverte mettendo in scena una Maria sposa bambina, recitata in arabo da una ragazza tunisina di umili origini, che fa di suo figlio Gesù una persona speciale in virtù di una maternità speciale. Nella quale la Grazia interviene non sotto forma miracolistica ma incarnata nella fiducia e nell'educazione alla libertà e alla responsabilità. Al rifiuto delle sottomissioni imposte dalla tradizione, alla ribellione alle iniquità. Non può non emozionare soprattutto chi ha convinzioni religiose.

Roberto Nepoti - La Repubblica

   Per come è stata tramandata la figura di Maria, anche nell’iconografia, così aurea e impeccabile, per una donna in gravidanza può risultare distante, quasi inarrivabile. Io sono con te è un film che invece attenua questa lontananza tra la Vergine e le gravide e racconta quanto la donna abbia in sé, nella sua capacità affettiva sempre in bilico tra la saggezza e la rottura delle convenzioni, il carisma per evocare Dio in ogni epoca storica. Per gli autori a destare scalpore nella vicenda di Maria e Giuseppe non è tanto il prevedibile “Non conosco uomo” (Lc 1, 34), ma più gli atteggiamenti e le decisioni che la “prescelta” compie durante la gravidanza e la primissima infanzia di Gesù. La pietra dello scandalo è nell’idea pedagogica e nella prassi educativa che Maria propone a Giuseppe e alla comunità di Nazareth di duemila anni fa. Per lei educare significa anche procedere per sottrazione, quasi astenersi dal fare qualcosa. Maria compie quanto le suggerisce la sua fede anche se ciò talvolta litiga con la Legge. Attacca subito il bimbo al seno offrendogli il colostro considerato impuro; cerca di impedire la circoncisione e ogni altra violenza o punizione; vive una gestualità corporea che riscalda; insegna la misericordia contro i sacrifici; rispetta quelle che lei chiama le “regole” – i tempi e le necessità – della creatura che ha tra le braccia e induce Gesù ad indagare sempre il perché delle cose. Non ultimo lo lascia libero di scegliere e scoprire ciò che lo circonda. Il pensiero che sottende al film per cui Dio avrebbe scelto Maria non solo per ospitare Cristo nel suo grembo, ma anche per la capacità di accoglierlo prima e dopo il parto con il meglio di sé, è una robusta carezza per l’universo femminile. Malgrado il Cristianesimo sia una religione monoteista che assegna alla donna un ruolo cardine nell’opera salvifica, il film per bocca di Maria ricorda che, oggi come allora, «una donna può fare tanto, ma oltre i confini di una casa è difficile che stiano ad ascoltarla». Al contempo questa secolare marginalità della donna rivela la sua imperitura centralità: nella sua vocazione educativa continua, malgrado ogni reticenza, a porsi a fondamento e cambiamento di ogni cultura e tempo storico. La profondità di Maria, in Io sono con te, si esprime nell’utero che accoglie la “Grazia”, come il film ricorda nelle prime sequenze, quanto nell’allevare il Figlio nell’amore come lei era stata cresciuta dalla madre “senza chiedere, senza aspettare”. Per gli autori è il calice del seno materno che permetterà a Gesù di bere il Calice del sacrificio. Nel segno dell’Incarnazione, per manifestarsi nella sua grandezza, Dio ha avuto bisogno delle doti del femminile. L’amore incondizionato e l’attenzione affettuosa, la compassione e la cooperazione sono elementi, oggi non ancora acquisiti, che il “maternage” di Maria, ispirando anche Giuseppe, promuoveva già nel suo modello di famiglia e genitorialità. La debolezza di Giuseppe, così al tempo (solo allora?) era visto il lasciar spazio a Maria, è la maestosità che lo rende co-protagonista, e non statuina, della Natività.

Arianna Prevedello - La Difesa del Popolo

promo

La storia di una ragazza vissuta nella Galilea di duemila anni fa: Maria di Nazareth. Grazie a lei, con la nascita del figlio Gesù, si inaugura un nuovo corso nella storia dell'uomo. Le domande sollevate sono però più che mai all'ordine del giorno e riguardano il nascere, il crescere, l'educare i figli, il ruolo della donna nella società, il senso della parola amore, in una prospettiva squisitamente femminile. Guido Chiesa costruisce una parabola sul valore salvifico della femminilità e sulla responsabilità etica dell'essere madre, non entrando nel merito della valenza spirituale di Gesù, ma concentrandosi sulla capacità di Maria di crescere un figlio senza tarpargli le ali, spingendolo implicitamente ad essere il miglior se stesso possibile, una persona speciale in virtù di una maternità speciale. Così la Grazia interviene non sotto forma miracolistica, ma come incarnazione della fiducia e dell'educazione alla libertà e alla responsabilità. Del rifiuto delle sottomissioni imposte dalla tradizione, della ribellione alle iniquità. Emozionante, non solo per chi ha convinzioni religiose.

film del week-end precedente

TORRESINO - dicembre 2010

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