Inception |
Di
fronte ad un film come
Inception il mestiere del critico rischia di
configurarsi come quello di un decodificatore di una materia filmica
difficile da manipolare. Complicato e frastornante il film di
Christopher Nolan parte da un presupposto squisitamente
cinematografico: sullo schermo la rappresentazione del reale e del
fantastico hanno la stessa valenza, la stessa forza e la stessa
precarietà figurativa.
Inception osa di più e si (ci) tuffa a corpo
morto nell’ambiguità percettiva del sogno, nei meandri immaginifici
dell’inconscio. Il tessuto narrativo è ovviamente sopra le righe, ma
anche qui Nolan (Memento,
Il cavaliere oscuro) non si ferma ad un
percorso psicofantascientifico introspettivo (da Freud a
Kubrick), ma
deborda in un adrenalinico thriller visionario, saturo di tensione. Il
filo di Arianna del racconto parte da un assunto semplice e assurdo:
l’esistenza di un manipolo di hacker del subconscio che sa entrare nei
sogni
Se, nello sguardo,
restano memorabili le fantasticherie scenografiche con cui il
paesaggio parigino si accortoccia su se stesso, i corridoi senza fine
ove i personaggi volteggiano in un estraniante vuoto di gravita, è il
magma nostalgico che fuoriesce dalla tragica vicenda sentimentale di
Mal e Dom che sa dare calore e senso alla fascinazione schermica di
Inception. Borges, Esher,
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ezio leoni - La Difesa del Popolo 10 ottobre 2010 |
cineforum ANTONIANUM/The Last Tycoon 2010-2011 |