Harry Potter e la camera dei segreti (Harry Potter and the chamber of secrets)
Chris Columbus - Gran Bretagna 2002 - 2h 39'


sito ufficiale

La Difesa del Popolo (Alberto Fassina - 29 dicembre 2002)

      Una tradizione che si rinnova. Anche questo Natale, per molti ragazzi, sarà un bel regalo andare a vedere Harry Potter e la camera dei segreti, le nuove avventure del mago più giovane e più famoso del mondo. E come lo scorso Natale, anche per il secondo episodio non deluderà. Certo i più attenti si accorgeranno di alcuni tagli e di alcuni approfondimenti mancati, ma come per Harry Potter e la pietra filosofale, anche per questa avventura si è immersi in un’esperienza visiva, avventurosa ed emozionale, rara di questi tempi.
Il bello della saga cinematografica di Harry Potter è il suo respiro imponente. Certo questo secondo episodio è concepito in maniera semplice e lineare come il precedente. Harry è a casa dagli zii adottivi, viene prelevato a una macchina volante guidata dal suo inseparabile compagno, arriva con un po’ di peripezie aeree alla scuola di magia di Hogwarts, trova gli amici e i nemici dell’anno precedente, viene coinvolto in una macchinazione ai danni di alcuni studenti, affronta un paio di mostri, vince, festeggia, e cresce sempre un po’ di più.
È semplice la storia di Harry Potter, ma il bello di queste storie “semplici” è tutto nel mondo che viene creato attorno. L’intelligenza della Rowlings, “mamma-creatrice” di Harry Potter è quella di non aver “creato” fondamentalmente nulla che non esistesse già: semplicemente ha modificato la realtà, aggiungendovi una nuova dimensione, quella della magia. Se nella realtà si ricevono lettere di insulti e rimproveri, nel mondo di Harry Potter esistono le lettere urlanti, buste di carta che si animano, prendono le sembianze di una bocca, ti gridano di tutto e poi si distruggono (e non sarebbe strano se la tecnologia, magia moderna, ci stesse già pensando!). Se i “babbani” (quelli tra noi senza poteri magici) si divertono a guardare le partite di calcio, ad Hogwarts i maghetti impazziscono per il quiddish, che è una specie di calcio-rugby-pallamano-basket giocato in aria cavalcando scope volanti (è vitale avere l’ultimo modello...). Gli studenti faticano sulla matematica, l’italiano, la storia, e “loro” studiano l’arte della trasformazione, le pozioni magiche, la difesa dagli incantesimi e così via. Nel mondo reale ci si ingessa per sistemarsi le ossa, loro prendono la pozione che ricrea in una notte l’osso rotto (dicono che sia molto doloroso però).
Insomma il bello di Harry Potter e la camera dei segreti è la miscela tra semplicità narrativa e complessità di infiniti dettagli, alcuni risolti come tutte le invenzioni magiche già citate, altri appena accennati, pronti per essere approfonditi nei prossimi episodi. Harry in questo episodio scopre di conoscere il serpentese, la lingua dei serpenti, dono che nella tradizione magica è appartenuto a maghi influenzati dal male. D’altra parte il maghetto sta entrando nell’adolescenza, l’età dei primi amori, ma anche delle ribellioni e delle facili seduzioni.
La formula della saga (va ricordato che sono previsti ben cinque film sul maghetto con gli occhiali tondi) permette di lavorare su mondi complessi, come quelli di
Guerre stellari o della Compagnia dell’anello di Tolkien. Ma soprattutto diventa un opera in continuo dialogo coi suoi fans. Metabolizzato questo nuovo successo, lo staff produttivo prima di iniziare la terza avventura, ascolterà critiche ed elogi aggiustando il tiro, per far contenti sempre più i lettori-spettatori. Harry Potter è ancor qualcos’altro, senza esagerare possiamo dire che sta diventando una tradizione natalizia. Passata l’era disneyana, adesso le famiglie le riunisce la magia potteriana. Di questi tempi una famiglia che si ritrova al cinema è già una magia.