Lars
von Trier
,
geniale regista danese de
L'elemento
del crimine,
Le
onde del destino,
Dogville, vincitore di
sette premi al festival di Cannes, ideatore del manifesto Dogma95 ora
decaduto, ha appena compiuto 50 anni. Ha reso pubblica una «Dichiarazione
di Rivitalizzazione» nella quale afferma d'essere stufo della sua vita
dopo circa trent'anni di lavoro, di voler cambiare le cose e ritrovare il
suo entusiasmo originario per il cinema. Ha cambiato molto, con Il Grande
Capo. Ha girato in danese con attori danesi. Ha usato una tecnica chiamata
Automavision: «Le possibilità visive della storia sono tutte inserite
in computer, basta premere un pulsante». Ha realizzato un film che può
riferirsi ad ogni rapporto padrone-dipendente, ad ogni rapporto esistente
in ufficio. Ha diretto, dopo nove film drammatici, una commedia
sarcastica, divertente, ricca di allusioni politiche e sociali.
Il proprietario di un'azienda di informatica vuole vendere. Il compratore
vuol trattare soltanto con il capo: ma da dieci anni il proprietario si è
inventato un finto capo dietro il quale nascondersi in caso di decisioni
impopolari. Assume un attore per interpretarlo. Presto l'attore di accorge
di essere l'unico garante in un gioco che può far perdere il lavoro a
tutti, e si comporta in conseguenza... Del metodo Automavision lo
spettatore si accorge poco, al film assai contemporaneo può divertirsi
molto. |