Gloria |
ORSO D'ARGENTO per la miglior attrice (PAULINE GARCIA) |
Incastonata nella colonna sonora di due vecchi successi popolari, I Feel Love (1977) di Donna Summer e Gloria (1978) di Umberto Tozzi, la commedia dolce amara di Sebastián Lelio racconta lo sbocciare e il morire di un rapporto che sembra offrire alla protagonista un'inattesa, rivitalizzante occasione di amore, un'illusione di seconda giovinezza. (...) Una materia così poteva scadere in romanzo rosa o risolversi in mélo, invece Lelio e il suo bravo sceneggiatore Gonzalo Maza, optando per un registro minimalista, provvedono a costruire un interiorizzato, sfumato ritratto di donna su uno sfondo dove ogni elemento (a partire dal personaggio Rodolfo) ottiene il giusto rilievo senza che mai una nota risulti falsa. Fra gioiosa voglia di vivere, malinconia, ironia, disincanto, Paulina García interpreta Gloria in un misto di disarmante verità e pieno controllo dei mezzi, che le hanno meritato l'Orso d'oro a Berlino. |
Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa
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È il film di lingua straniera candidato agli Oscar per il Cile e con la sua mobilissima interpretazione Paulina García ha conquistato l'Orso d'argento a Berlino. Il titolo Gloria non allude al film di Cassavetes, ma addirittura alla canzone italiana di Umberto Tozzi, che come la Pausini o prima ancora Nicola di Bari spopolavano al festival canoro di Vira del Mar. Una musica ballabile, una delle canzoni più vendute di tutti i tempi, che durante la festa finale del film, segna in qualche modo la ritrovata indipendenza della protagonista che si rende conto di poter vivere benissimo anche da sola. Ciò che rende interessante il film è l'amarezza accumulata che questa considerazione porta con sé, le feste, i preparativi, i locali, i tentativi, gli incontri. (...) Il regista ancora una volta tocca un punto nevralgico della sua società, non i nodi irrisolti della politica, ma quelli più invisibili della struttura e delle convenzioni sociali. Sebastián Lelio (classe 1974) che l'anno precedente aveva realizzato il durissimo El ano del tigre, non è detto che con questo film si mostri più malleabile. (...) la grazia non è la principale caratteristica di Lelio, piuttosto nel far emergere lati di cui per lo più la società cilena non è consapevole. Mentre la divisione in classi, il gap più lampante rispetto al mondo occidentale è un elemento che da tempo si mette in scena, il machismo è considerato ancora per lo più un elemento naturale, connaturato al genere umano, e l'amore in età matura un tabù che farà sorridere le cinquantenni rampanti occidentali. (...) Crudele è poi il film nel mettere in scena periodi di crisi difficili da superare come il distacco dai figli, ancor più della separazione. Spietata anche la scena dove si ritrovano le due coppie per una cena assai beneducata (ex marito con la ragazza più giovane e bella per cui ha lasciato la moglie, Gloria con il nuovo, deludente accompagnatore), ma destinata a finire malamente per la discutibile qualità delle persone convenute. In qualche modo si sente nella messa in scena la differenza di età tra giovane cinema e soggetto legato alla maturità. Giovane il regista ed anche i produttori (è la produzione di Pablo Larraín, il magnifico regista di NO, i giorni dell'arcobaleno che era il precedente candidato all'Oscar per il Cile). Sono impressionanti anche le trasformazioni che Paulina García riesce a mettere in atto nelle sue interpretazioni: quest'anno l'abbiamo vista alla Settimana della critica alla mostra di Venezia irriconoscibile protagonista attempata di Las analfabetas di Moisés' Sepúlveda. |
Silvana Silvestri - Il Manifesto
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promo |
La 58enne Gloria conduce un'esistenza solitaria. Per compensare il vuoto, la donna riempie le sue giornate con varie attività mentre di notte va in cerca d'amore nelle feste per single adulti, vivendo avventure fugaci e senza impegno. Poi, un giorno, l'incontro con il 65enne Rodolfo cambia tutto: l'uomo è ossessionato da Gloria, ma al contempo non riesce a staccarsi dalla ex-moglie e dai figli. Nonostante questo, Gloria decide di dedicare tutta se stessa a questo nuovo rapporto, convinta che potrebbe essere per lei l'ultima chance di essere felice... Una storia d'amore costruita giocando con sottigliezza su contrasti e analogie fra la protagonista e l'ambiente in cui vive e su un susseguirsi di scene orchestrate a meraviglia e supportate da una straordinaria Paulina García in un misto di disarmante verità e pieno controllo dei mezzi (Orso d'argento a Berlino). Una commedia intelligente in profondità, a tratti esilarante, mai prevedibile. |
LUX - novembre 2013 |