Matteo Mercury traffica in cibi adulterati per
la distribuzione "in scuole, istituti e prigioni" e la spedizione in
quei paesi in via di sviluppo dove la fame supera la preoccupazione per
i danni che certi alimenti provocano. Matteo ha venduto l'anima al
diavolo e sembra non preoccuparsene affatto, anche perché la sua
abilità nel condurre traffici illeciti gli è valsa l'offerta di lavoro
che aspettava da sempre: il posto di amministratore delegato per un
colosso dell'industria asiatica specializzata nell'immettere sul
mercato alimenti tossici a fronte di un largo profitto. Ma l'incontro a
Hong Kong con la cinese Xiwen, giovane cuoca che ha fatto del rispetto
per la purezza del cibo la propria ragione di vita, cambierà
l'esistenza di Mercury, costringendolo a ripensare tutte le sue scelte.
E questo avrà un effetto dirompente non solo sulle vite dei due, ma
anche su quelle di tutti coloro che li circondano.
Certo, alcune svolte narrative sono poco plausibili, e le scene che hanno a che fare con il complotto industriale, popolate da attori-maschera che sembrano appena usciti dall'ufficio casting di Hollywood, risultano poco efficaci. Ma le scene di azione e quelle d'amore - complice la bravura del Barbareschi attore in un ruolo ritagliato sulla sua fisicità di cinquantenne e sulla duttilità della sua espressione disincantata, nonché quella dell'attrice cinese Zhang Jingchu, bel mix di sensualità e candore - funzionano egregiamente, tenendo alta tanto la tensione narrativa quanto quella erotica. La qualità estetica dell'intera confezione è elevata, e la misura nel mescolare gli ingredienti di un film che fa del cibo una potente metafora è quella del cuoco sapiente che ha tanto assaggiato, e adesso può permettersi di inventare la sua ricetta. Il coraggio produttivo di Barbareschi si combina con la spregiudicatezza narrativa che fanno di Something Good non un capolavoro del cinema mondiale, ma un buon prodotto cinematografico per il grande pubblico, arricchito da una singolare cifra autoriale. Questa volta il salto di fede del regista-produttore, applicato ad un film che fa della fiducia il suo centro narrativo, paga, e generosamente. |
Paola Casella - mymovies.it |
I primi 20 minuti ti
incollano allo schermo: c’è una vicenda personale con la morte di un
bambino molto coinvolgente, la presentazione di un protagonista che ha
tutte le carte per essere un malvagio di grande carattere, e un tema di
attualità che ci riguarda tutti, ovvero l’alimentazione. Something Good parla, infatti, di sofisticazione alimentare,
ovvero quelle frodi in cui vengono sostituiti ingredienti naturali nei
prodotti gastronomici con sostanze chimiche per abbassare i costi e
aumentare il profitto, senza nessuna salvaguardia per la salute dei
consumatori. |
Luca Maragno - bestmovies.it |
«...Io non mi ritengo un autore ma un regista e credo nel film di genere. Per questo anche affrontando un tema importante come quello della sofisticazione alimentare non ho voluto fare un film denuncia". [...] "Mi piaceva anche l’idea di raccontare la storia di un uomo che si prende la responsabilità per i suoi errori.. Oggi tutti i criminali portano avanti giustificazioni, Mi piace l’idea di qualcuno che abbia il coraggio di dire “ho sbagliato”, perché tutti siamo esseri umani e tutti facciamo errori. Quest’uomo all’inizio è uno che sta andando verso il suicidio, si rende conto di voler finire la sua vita. Poi incontri l’amore e hai una chance ma non puoi più mentire». |
intervista a Luca Barbareschi |
promo |
In un piccolo villaggio cinese dello Yunnan, una
giovane donna di nome Xiwen vede morire avvelenato da un alimento
adulterato il piccolo figlio Shitou. Dall'altra parte del mondo, in
Italia, Matteo lavora invece per conto della Feng, una multinazionale
con sede a Hong Kong che traffica cibo contraffatto. Per evitare
l'arresto, Matteo scappa dall'Italia, salvando un prezioso carico di
alimenti della Feng, e ciò dà avvio alla sua scalata senza scrupoli
verso il successo. Nel momento in cui vive il massimo prestigio
all'interno della Feng, Matteo incontra per caso Xiwen, che ha aperto
un ristorante in memoria del figlio e si batte per l'autenticità degli
alimenti. Nessuno dei due immagina che da quel momento le loro vite
saranno sconvolte... |
LUX - novembre 2013 |