Ghost Town,
verrà apprezzato soprattutto dal pubblico adulto nostalgico della
sophisticated comedy. La storia è presto detta: Bertram, un cinico
dentista inglese che pratica a Manhattan e che sembra Uncle Scrooge, dopo
aver sfiorato la morte comincia ad essere tormentato dai fantasmi del
titolo, che solo lui vede e che hanno un sacco di favori da chiedergli. Il
più insistente è Frank, un bell’uomo in smoking morto subito dopo che la
moglie aveva scoperto che lui la tradiva. Divorato dai sensi di colpa,
Frank incarica Bertram di impedire alla vedova di risposarsi con un
farabutto. È l’inizio di una serie di disavventure per il samaritano
riluttante che, naturalmente, lungo la via scoprirà la redenzione.
Paola Casella –
Europa
PRIMA VISIONE
cinema
invisibile
TORRESINO
ottobre-dicembre 2009
[…]Altro punto a favore di
Ghost Town
è la mano leggera del regista, David Koepp, più noto come sceneggiatore di
film d’azione come
Spider Man,
Mission: Impossible
e
Jurassic Park, qui
invece impegnato a dirigere (e co-scrivere) un film che ricorda più
Woody Allen
che
Steven Spielberg.
Anche perché l’ambientazione è una New York raffinata e ironica come
quella di Woody, con fantasmi: così come in
Ghost e
Ghostbusters,
ma anche in
Rosemary’s Baby,
emerge la natura gotica e ultraterrena della metropoli americana, dove
effettivamente non ci si sorprenderebbe affatto se, accanto alle top model
e ai finanzieri, ci si trovasse accanto una presenza venuta dall'aldilà. È
la Manhattan che amiamo e che, come direbbe Woody, è una delle cose per
cui vale la pena vivere.