Girato a
104 anni - oggi ne ha 106 - dall'infrangibile maestro portoghese Manoel de
Oliveira,
Gebo e l'ombra,
tratto da una pièce di Raul Brandão del 1923, è uno dei pochi regali di
questa estate cinematografica che sembra peggio di sempre. Il film da
camera del grande regista, tutto in una sera e in una notte, mostra
l'essere o non essere di una famiglia in attesa. (...) da un lato la
conservazione, dall'altro il movimento, la rottura, anche illegale,
perfino il crimine per infrangere l'immobilità di chi accetta anche di
mentire pur di mantenere ordine e silenzio. Tutto ciò, come sempre, non è
virgolettato dal regista, capace di orchestrare 91 minuti di dialogo misto
e vivace, dove anche le parole sono illuminate dalla fotografia di Renato
Berta, un interno alla Vermeer, più umile, in cui sono plasticamente messi
in rilievo vizi e virtù, con una porta che divide da un mondo freddo,
bagnato e invisibile. Il regista festeggia il suo talento con una grande
compagnia di attori: Michel Lonsdale è di una palpabile, infinita
tristezza con cui rappresenta il sesto stato dei poveri, dei deboli
rassegnati. Intorno a lui girano tre donne variamente illuse: la moglie
Claudia Cardinale che vuole ignorare la verità sul figlio fuggito, la
nuora Leonor Silveira che ha un sesto senso che la aiuta a capire la
verità, la vicina Jeanne Moreau in visita ottocentesca. Gruppo di famiglia
di terza età (meno Ricardo Trepa, il fuggiasco) cui l'autore affida un
messaggio di poca speranza nella bottiglia.
|
Il
film più recente di Manoel de Oliveira, patriarca del cinema con i suoi
splendidi 105 anni, è tratto da una pièce di Raoul Brandão e rispetta
rigorosamente l'unità di luogo. Come molte altre opere del portoghese, si
articola per lunghe inquadrature fisse, senza primi piani né varianti
stilistiche onde non distrarre lo spettatore dalle parole. La recitazione
del grande cast di veterani (...), completato dal giovane nipote, è
volutamente teatrale. Con ironia - in fondo ammirativa - il giornale
Libération ha definito il film 'un racconto Disney per novantenni'.
Però ci puoi trovare Cechov, Pirandello e altri classici di amara
saggezza.
|
Messa
in scena del dramma morale (1923) dello scrittore modernista Raul Brandão
(...),
Gebo e l'ombra
è l'ennesima conferma del rigore poetico dell'ultracentenario Manoel De
Oliveira. Si sa che il maestro lusitano reputa il teatro «un presente» di
cui il fantasmatico cinema può catturare l'effimera realtà; e che per lui
le parole possiedono suggestione pari a quella delle immagini. Soprattutto
se affidate a ottimi interpreti quali Michael Lonsdale nel ruolo del
titolo, la Cardinale, la Moreau e i portoghesi Silveira e Cintra. (...)
Nella fotografia a lume di candela di Renato Berta, i personaggi dialogano
di vita e morte, arte e denaro in una recitazione che, nel suo sottile
straniamento, conferisce al dramma spessore simbolico eppur palpita di
umanità.
|