Le
imprese, le fughe e la caduta di una leggendaria coppia di fuorilegge
degli anni Trenta, Bonnie Parker (Faye Dunaway) e Clyde Barrow (Warren
Beatty), a cui si uniscono il fratello di Clyde con la moglie (Gene
Hackman e Estelle Parsons) e un ragazzotto appena uscito dal riformatorio
(Michael J. Pollard): braccati e traditi dal padre del ragazzo, verranno
accerchiati e dalle forze dell’ordine e barbaramente uccisi.
Uno dei migliori film del regista e un caposaldo del genere gangster.
Penn parte da una serie di
elementi reali (come le foto segnaletiche dei banditi che scorrono sui
titoli di testa) per addentrasi subito dopo nella fantasia e nel mito
trasformando il film in una specie di incubo ad occhi aperti, la cui forza
evocativa è sottolineata dall’impegno di colori carichi di luce (verde,
oro), procedimenti flou (che giocano a sfumare i contorni), ralenti (che
conferisce alle scene drammatiche una bellezza rituale e solenne) e da uno
stile che, prediligendo il montaggio ultraspezzettato al piano-sequenza
allora di moda, riesce a "passare dal comico al tragico con ininterrotta
felicità", dalle situazioni caricaturali (il personaggio di Michael J.
Pollard) a una grande sensibilità psicologica (i rapporti tra Clyde e suo
fratello; la scena che svela l'impotenza di Clyde, tutta giocata sul non
detto e l'indiscrezione). Preoccupato, raccontando il passato, di parlare
del presente – e della tragedia del Vietnam – il regista usa soprattutto
le scene di violenza per scardinare le attese del pubblico, "rifiutando un
approccio tradizionale al problema per mostrare tutto l’orrore del sangue
e del dolore fisico" e finendo per sconcertare buona parte della critica
(il film non piaceva molto alla Warner che cominciò a distribuirlo nei
grandi centri solo sull'onda dello straordinario successo presso il
pubblico giovanile). Realizzato dal regista americano dopo che la
sceneggiatura di David Newman e Robert Benton era stata sottoposta a
Godard e Truffaut,
Gangster Story si rivela una tappa fondamentale del
passaggio dalla Nouvelle Vague alla Nuova Hollywood. Alla stesura
definitiva hanno collaborato anche Arthur Penn, Robert Towne e Warren
Beatty. |