Frank
Leonard Abrahamson - Gran Bretagna/Irlanda 2013 - 1h 35’

   È decisamente un film fuori dagli schemi Frank: s'ispira a un personaggio autentico ma al contempo immaginario (Frank Siderbottom, 'identità segreta' del musicista inglese Chris Sievey), è pieno di riferimenti autobiografici (garantiti dallo sceneggiatore Jon Ronson); però poi, da lì, racconta una storia tinta di surreale, un po' "alla maniera di" Wes Andersonfilm successivo in archivio. (...) Un film eccentrico, difficile da attribuire a un genere preciso, in bilico tra vena comica e tragica. Più comica nella prima parte, per essere precisi, e meno nella seconda, dove lo humour beffardo cede il posto a un moderato patetismo. Frank è essenzialmente un personaggio drammatico, il cui carisma deriva da inadeguatezze e angosce che lui sublima attraverso la musica. Molto originale, nel film di Lenny Abrahamson, anche l'uso della galassia 2.0: Jon (che ci manifesta i suoi pensieri attraverso Twitter) diffonde la fama della band, conosciuta solo da pochi eletti, tramite il suo blog e postando su YouTube i video della prove del gruppo. Resta da dire di Michael Fassbender, che forse deluderà le sue molte fan tenendo nascosta la bella faccia. Per l'attore, tuttavia, Frank è una scommessa più che vinta, che lo riconferma come uno dei migliori della sua generazione. Esclusa dalla maschera la mimica facciale, deve infatti affidare tutta l'interpretazione ai gesti e alla voce (nell'edizione non-doppiata, ovviamente). E sa far bastare il linguaggio del corpo per esprimere con grande efficacia tutti i problemi del complesso personaggio che vorrebbe celare le emozioni sotto il testone - solo in apparenza - protettivo.

Roberto Nepoti - La Repubblica

   Jon è un mesto impiegato che scrive canzoni e insegue il sogno di diventare un musicista. Un giorno per puro caso assiste al tentato suicidio del tastierista dei Soronprfbs e si trova a sostituirlo in concerto la sera stessa. Nonostante l'esito della serata sia catastrofico, Jon entra nel gruppo e si unisce a loro per registrare un album. Quasi ogni membro della band ha avuto problemi psichici, a partire dal leader, Frank, che da anni ha le fattezze coperte da una testa gigante di cartapesta. A poco a poco Jon diventa amico di Frank e cerca di carpire il segreto della sua creatività.
L'esperienza autobiografica di Jon Ronson - sceneggiatore di Frank ed ex-tastierista di Frank Sidebottom, oscuro performer e alter ego del comico Christopher Sievey, da cui il film prende spunto - ha certamente giocato un ruolo fondamentale nell'idea bizzarra, memorabile, destabilizzante alla base di Frank. Ma il film di Lenny Abrahamson è molto più di un'idea e molto più di una testa gigante di cartapesta sul collo di Michael Fassbender. In qualsiasi momento si possa pensare di aver colto l'essenza di Frank, ecco che questo sfugge, si divincola e cambia forma e sostanza. La parte di commedia surreale, basata sulle vicende bizzarre di una band dal nome impronunciabile, lascia presto il passo a una riflessione sulla differenza tra viralità e popolarità e sul rapporto complesso tra instabilità mentale e talento artistico, una relazione né sufficiente né necessaria, benché spesso presente. Quell'equazione di cui Jon non riuscirà mai ad afferrare il senso, smarrito tra i suoi sogni di gloria al punto di credere alla qualità delle sue mediocri e stentate composizioni e al successo di una band che evidentemente non potrà mai averne. Sino a un epilogo che sceglie di non stupire più, ma di colpire a fondo per la sua sincerità, che sveste la maschera di Frank e insieme mette a nudo il suo talento disarmante, rimandando alla fisicità epilettica di Ian Curtis e alla sensibilità da Peter Pan sconfitto dalla vita di Daniel Johnston.
Un film sul rock, indipendente e non, sul dono e la maledizione di nascere musicista e sul sacrificio vanamente autoindotto di chi si ritiene tale senza esserlo. Un film sui social network, uno dei più acuti dopo lo spartiacque di David Fincher
film successivo in archivio, e sulla loro capacità di attecchire rapidamente e superficialmente, illudendo(si) di poter realmente condizionare. Un film su cosa significhi successo, nelle sue mille declinazioni: quelle ovvie di un white collar che si crede un artista e quelle imperscrutabili di una persona che non riesce a guardare negli occhi chi ha di fronte ma che ambisce ad essere accettato da una moltitudine.
Non è un film per tutti,
Frank, ma sarebbe bello vivere in un mondo in cui tutti gli dessero una chance, provando a entrare in contatto con il mistero per niente buffo dell'uomo senza volto che viene da Bluff senza essere un bluff.

Emanuele Sacchi - mymovies.it




promo

I Soronprfbs sono il non plus ultra degli outsider nel panorama della musica alternativa: una band geniale e sgangherata guidata da Frank, un genio della musica instabile ma carismatico, che indossa continuamente una grande testa di cartapesta con lineamenti disegnati grossolanamente. Al gruppo si unisce Jon, tastierista chiamato a sostituire il componente originale, ricoverato dopo un tentato suicidio. Potenzialmente Jon è un vero e proprio creativo con una forza musicale inarrestabile; peccato però che nella realtà sia un giovane molto ordinario in fuga da una vita banale e insignificante. Ecco perché l'entrata nei Soronprfbs diventa per lui l'occasione che aspettava da una vita per emergere nel mondo della musica... Un film fuori dagli schemi, un film eccentrico, difficile da attribuire a un genere preciso, in bilico tra vena comica e tragica. Una confessione "autobiografica" sul dono (e la maledizione) di nascere musicista e sul sacrificio vanamente autoindotto di chi si ritiene tale senza esserlo; una parabola surreale e divertente sul talento e la sofferenza di un artista che vuole emergere, che vuole scoprire se stesso.

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 LUX - novembre 2014

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