Quattro
donne giocano a carte negli anni 60 scambiandosi sogni, confidenze,
ricordi, stoccate. La casa è borghese, abiti, acconciature e canzoni sono
così rigorosamente d'epoca che fanno un po' museo del modernariato, tutto
è tipico, anzi archetipico. Normale: Due partite era una pièce di Cristina Comencini, ora è un film di Enzo
Monteleone, ma il passaggio di testimone
(e di sesso) non aggiunge granché. Il film si accontenta di illustrare la
commedia come le attrici si accontentano di recitare i dialoghi, spesso
brillanti, anche molto bene, ma senza uscire dal bon ton. Tailleur e
amarezze, giri di perle e prese di coscienza. Si può rinunciare alla
carriera per la famiglia, all'amore per la comodità, al piacere per il
decoro? Difficile: sono donne troppo educate, troppo legate alle madri per
liberarsi (belle le tirate della Cortellesi sull'amore-paura per sua madre
e sulla "barbarie" del parto), e saranno le loro figlie a patirne, trent'anni
dopo, nell'epilogo abbastanza sfocato. Il concetto è chiaro, forse troppo.
Due partite cerca certezze, non dubbi. Un'utile ricapitolazione (Italian
Graffiti?) visto quanto sono tornate indietro le donne (il mondo). Sarebbe
bello però che a quei corpi e a quelle vite si chiedesse anche altro. E
che l'ottimismo finale di quegli otto sguardi in macchina non sembrasse
solo un atto di volontà.
Fabio Ferzetti –
Il Messaggero
...Peccato
che alla fine la sensazione sia più quella dell'esercizio d' intelligenza
che d'introspezione, dove la prova d' attrice vince su quella di regia e
l'atteggiamento che si chiede al pubblico sia quello di ammirare il
funzionamento di un meccanismo ben oliato piuttosto che quello di
immedesimarsi o di appassionarsi per qualcuna delle otto vite raccontate.
Paolo Mereghetti –
Il Corriere della Sera
...Roba
da posta del cuore, di quelle trascinate via senza vivacità, con uno
sguardo sulle donne che diventa persino irritante (ed è una donna ad
averlo scritto!) in questa sua formattazione banale. Isteriche, crudeli,
lacrime e baci. Che strazio.
Cristina Piccino - Il
Manifesto
...Chiacchiere
(intelligenti) tra sogni e delusioni. Ecco perché non ci può essere parità
dei sessi: quattro uomini al tavolo da gioco non tradirebbero mai le carte
per i pettegolezzi.
Massimo Bertarelli - Il
Giornale
promo
Un doppio mondo
femminile: quello degli anni ‘60, attraverso le vicende di quattro
donne che si ritrovano davanti a un tavolo da gioco e, quarant'anni
dopo, quello delle loro figlie… Scritta da Cristina Comencini ecco
una commedia-psicodramma dove gli uomini, motore di ogni discorso,
non esistono né compaiono mai in campo. Sullo schermo ci sono
loro, otto attrici che il padovano Enzo Monteleone dirige con
misura ed eleganza descrivendo l'insofferenza delle sue
protagoniste attraverso conversazioni interrotte, confessioni,
reticenze, dichiarazioni... Dal teatro al cinema la ricchezza del
testo sa integrarsi con arguzia e leggerezza nel linguaggio
cinematografico di un regista "dalla parte delle donne".