Le donne del 6° piano
(Les femmes du 6ème étage)
Philippe Le Guay
- Francia
2011
- 1h 46' |
Parigi, 1962. Jean-Louis e Suzanne Joubert non sono più giovani. Questo
agente di cambio e sua moglie vivono una tranquilla esistenza borghese in
un elegante edificio. La loro vita potrebbe considerarsi monotona,
soprattutto da quando i bambini sono stati spediti in collegio. Le cose,
invece, sono più vivaci al sesto piano del loro palazzo, dove vivono
alcune domestiche spagnole: sei donne di età diverse che hanno abbandonato
la Spagna franchista per cercare lavoro in Francia. Jean-Louis si ritrova
sempre più attratto dal loro mondo così diverso dal suo. Il motivo
principale del suo coinvolgimento è Maria, la nuova domestica giovane e
volitiva, per la quale quest'uomo, brizzolato sia fuori che dentro,
sviluppa un'innocente passione, che lo spinge a salire al sesto piano con
crescente regolarità, anche per godere di quell'atmosfera vivace e
amichevole così piacevole. Ma più impara a conoscere questo mondo, più gli
viene difficile ritornare a casa. Naturalmente, il comportamento di
Jean-Louis desta sospetti e gelosie nella moglie, che alla fine decide di
buttarlo fuori di casa... |
Nella
Parigi dei Sessanta la felicità parla spagnolo e vive nascosta in
mansarda. L'austero broker Luchini (perfetto) ne è travolto, tanto da
lasciarsi cambiar la vita in movida. A spese (di cari alimenti) di una
moglie old style (Kimberlain) incurante delle mutazioni socio-politiche in
corso. Perché soprattutto di questo è metafora il delizioso nuovo film di
Le Guay: una commedia garbata e intelligente, nata dai ricordi del regista
allevato da tata iberica. Il popolo delle migranti da oltrepirenei fu
registrato come un fenomeno della Francia agli albori dei moti
sessantottini: un 'ciclone' di domestiche vivaci e coraggiose pronte a
sgobbare per guadagnarsi da vivere. Ma senza perdere un briciolo di
dignità. Un dato, questo, che il protagonista borghese ma illuminato saprà
apprezzare e far proprio. Applaudito all'ultima Berlinale, da gustare e
meditare. |
Anna Maria Pasetti
- Il Fatto Quotidiano |
Diretto
dal regista di
Il costo della vita,
altra commedia che versava tesori di intelligenza in una forma lieve come
l'aria, Le
donne del 6° piano
trasforma i ricordi dell'infanzia dorata di Le Guay in un film divertente
e spesso toccante che rivisita l'eterno rapporto fra servi e padroni senza
cadere in nessuna delle banalità (o delle volgarità) che si potrebbero
temere. [...] Il sapore del film si concentra soprattutto nel chiassoso
gruppo di signore nero-vestite che abitano stanzette anguste senza bagno,
le famose 'chambres des bonnes', ma sono una vera miniera di storie,
passioni, buonumore. Impossibile citarle tutte, ricordiamo almeno Natalia
Verbeke e Carmen Maura. Un film da non perdere insomma, malgrado le
debolezze della seconda parte. Sperando che prima o poi qualcuno anche in
Italia trovi il coraggio (e il garbo, l'umorismo, l'acutezza) per
raccontare come migliaia di filippine o peruviane hanno cambiato - o meno,
sospettiamo - le nostre classi alte. |
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
Fabrice
Luchini, protagonista di
Le donne del 6° piano,
regala una prestazione (nonostante il doppiaggio) impareggiabile, un mix
di espressioni, gesti e movenze dalle sfumature raffinate ed esilaranti,
uno di quei ritratti più veri del vero destinati a restare senza dubbio
nel pantheon del cinema europeo. Risulta, dunque, evidente che il film di
Philippe Le Guay vada visto e assaporato a tutti i costi, battendo in
breccia la diffidenza che in Italia si nutre nei confronti della
produzione, anche popolare, made in France. Le ragioni primarie sono
almeno tre: da un accattivante excursus storico il regista sa estrarre i
dati significativi, senza ingessarli in freddi report sociologici; la
topografia determina l'evoluzione dei persona, come se dal terreno di una
piacevole commedia dolceamara fossimo risucchiati in una spirale
hitchcokiana; l'esercizio del potere fisico, culturale e psicologico che
gli uomini e le donne «resettano» in base a input di classe, sesso ed età
vi è analizzato con una varietà di toni e un'acutezza di riscontri degne
di un trattatello neo-illuminista [...] Il regista è abile e sottile
nell'utilizzare la scoperta di questo microcosmo femminile come chiave di
volta per la progressiva fuoriuscita di Jean-Louis da se stesso: non è
solo questione di sensi [...], bensì del rigetto di un percorso
esistenziale timorato, pedante e castrante in nome della duplice
riconquista dell'utopia e dell'allegria. |
Valerio Caprara - Il Mattino |
promo |
Parigi, 1962.
Jean-Louis e Suzanne Joubert non sono più giovani. Questo agente
di cambio e sua moglie vivono una tranquilla esistenza borghese in
un elegante edificio. La loro vita potrebbe considerarsi monotona,
soprattutto da quando i bambini sono stati spediti in collegio. Le
cose, invece, sono più vivaci al sesto piano del loro palazzo,
dove vivono alcune domestiche spagnole: sei donne di età diverse
che hanno abbandonato la Spagna franchista per cercare lavoro in
Francia. Jean-Louis si ritrova sempre più attratto dal loro mondo
così diverso dal suo. Un film divertente e spesso toccante che
rivisita l'eterno rapporto fra servi e padroni senza cadere nella
banalità. La regia gioca di sfumature e contrasto di toni per
rispecchiare una contrapposizione di classe destinata a cadere
sotto la mozione dei sentimenti; e nell'indovinato cast spicca
Luchini, al solito fantastico nella sua capacità di far emergere
l'umanità e la simpatia in personaggi altrimenti gelidi e
isterizzati. |
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto
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