Come un tuono
(The Place Beyond
the Pines)
Derek Cianfrance
- USA
2012
- 2h 20' |
Paghi
uno e prendi tre.
Come un
tuono - sono tre film in uno, a firma del
molto indipendente e sentimentale Derek Cianfrance, di cui abbiamo visto
Blue Valentine, sempre su dinamiche familiari, sui baratti di rimorsi &
rancori, sui bilanci affettivi. E sempre col girovago Ryan Gosling, amante
dei personaggi sensibili, ai margini, che qui, biondo e multi tatuato (un
pugnale sotto l'occhio), è bravissimo, vince il primo tempo della storia
restando evocato nel secondo. Avvio strepitoso, la vestizione presa di
spalle in piano sequenza del campione di moto che al luna park, sempre
quello fin dai tempi di
Hitchcock, volteggia nel globo della morte. Somiglia al
campione d'auto di Drive (...) Melodramma, gangster movie,
tragedia greco americana, film sul passato che torna alla Jacques Tourneur,
come i
noir di una volta. In 2 ore e 20 c'è tempo per una maxi
sceneggiatura scritta per prendere al lazo tutti i personaggi, osservando
sotto la lente la sensibilità dei macho e la determinazione della bella
Eva Mendes: solo il cinismo americano crede ci sia ancora bisogno di
eroi... |
Maurizio Porro - Il Corriere della Sera |
Non
era facile trovare i giusti equilibri in un progetto di storia che cambia
di protagonisti, epoca e registro mescolando gangster story, poliziesco e
melò; e in effetti
Come un tuono risente a tratti di tanta complessità
di temi: oltre al fatto che, in presenza di più episodi, viene naturale
preferire uno all'altro. Ma resta coerente nel film la forza unitaria di
una vena di profondo intimismo che Cianfrance sa come tradurre in densi
piani sequenza: con la macchina da presa incollata a protagonisti che si
dibattono nella tela di traumi e pulsioni di cui non sono consapevoli; o
di cui stanno appena prendendo coscienza. |
Alessandra Levantesi Kezich -
La Stampa |
Quello che
sembrava solo un film d'azione con un eroe più maledetto del solito (e
fantastici stunt girati con ipnotici piani sequenza) diventa un noir
sorprendente e melodrammatico. Una saga dolente sulle trappole del destino
popolata di personaggi finalmente degni di questo nome (malgrado qualche
incertezza di scrittura), che zigzagando fra le durezze e i segreti di
un'America di provincia lottano per la loro vita, e non solo per mandare
avanti la trama. Senza mai perdere quel senso dell'assoluto, e quel gusto
del dettaglio, che fanno da sempre il sapore del grande cinema americano. |
Fabio Ferzetti - Il
Messaggero |
È
piacevole confrontarsi con la gamma di sensazioni proposta da un titolo
intenso, ricco, contraddittorio e soprattutto siglato da
un nuovo talento,
uno di quei cineasti che avranno lungo corso nel cuore degli spettatori.
Come un tuono
(...) mette a fuoco, infatti, l'identikit di Derek
Cianfrance, giovane indipendente scoperto al Sundance e fattosi valere con
il crudo e passionale
Blue Valentine, diretto tre anni orsono ma uscito
in Italia solo da poche settimane; decisamente più congegnato e ambizioso
di quest'ultimo, il nuovo film, sceneggiato insieme a Ben Coccio e Darius
Marder ispirandosi apparentemente alla tragedia greca e in
realtà a Jack London, assomiglia a un'epopea circolare che mira a congiungere le
generazioni alternando il noir con il melodramma e l'azione con la
mitografia. Sulla linea di un naturalismo controllato, cioè sovrastato da
un senso del destino e della colpa pressoché biblici,
Come un tuono
finisce per essere penalizzato dai troppi cambi di ritmo e le plateali
saldature romanzesche senza, peraltro, perdere l'ambiguità del suo fascino
incentrato sul tema della giustizia nel nostro «qui e ora» impossibile. Un
esito incoraggiato, tra l'altro, dal cast trainato dai migliori divi
sexy-e-tribolati oggi presenti su piazza, due protagonisti dal carisma di
tirato a lucido come il Ryan Gosling di Drive e il Bradley Cooper
di Il
lato positivo. (...) Un duello scatenato con dovizia d'impatti sia sul
registro realistico, sia su quello allegorico fino a quando il regista non
decide di fare pendere la bilancia sul secondo versante, quando, cioè,
sono i rispettivi figli diventati adulti a incontrarsi, sfidarsi sui
precari confini tra il Bene e il Male e inventarsi in qualche modo il
suggello dei patemi e i dubbi rimasti aperti per quindici anni. Un surplus
di digressioni, cortocircuiti e coincidenze che, come premesso,
incrementano l'interesse fuori standard del film così come la sua cupa,
programmatica e a tratti confusionaria (non mancano le citazioni di
classici come La morte corre sul fiume e
Cape Fear o neo cult-movie
come Little Odessa
e I padroni della notte) ridondanza. |
Valerio Caprara - Il Mattino |
Assai
più che alle scene d'azione, Cianfrance è interessato alle relazioni
personali e famigliari; in una sfumatura molto noir, però, che trascina i
personaggi alla rovina. Lontano dai codici del cinema d'azione anche il
linguaggio del film: che, al montaggio serrato e ai ritmi concitati,
preferisce lunghi piani sequenza e visioni in soggettiva... |
Roberto Nepoti - La
Repubblica |
promo |
New
York. Luke, leggendario pilota di motociclette che gira il mondo
con lo show itinerante "globo della morte", scopre di essere
diventato padre di un bambino, avuto dalla sua ex compagna Romina.
Deciso a provvedere alla nuova famiglia, Luke abbandona lo show e
inizia a commettere una serie di rapine in banca riuscendo a farla
franca grazie alle sue estreme abilità nella guida. Lungo la sua
strada, però, incontrerà l'ambizioso Avery Cross, un poliziotto
deciso a far carriera in un Dipartimento pieno di corruzione.
Nell'arco di 15 anni, i peccati commessi nel passato lasceranno
una pesante eredità di violenze... La poetica di Cianfrance, in
cui le scelte sono definitive e le azioni conseguenti, è
dichiarata, radicale, oltre che di una coerenza ammirevole.
Sceneggiatura fiume, ambiziosa, cofirmata dallo stesso autore che,
in più di due ore, conduce fino alla speranza d’un possibile
futuro nel “posto al di là dei pini” come recita bene il titolo
originale da un’immagine dei Mohawk, i nativi americani che
abitavano i suggestivi luoghi dove il film è girato. |
cinélite
giardino
BARBARIGO:
giugno-agosto
2013
|