CinquePerDue - Frammenti di vita amorosa (5x2 cinq fois deux)
François Ozon - Francia 2004 - 1h 30'


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da Il Sole 24 Ore (Roberto Escobar)

     Un tramonto, un mare caldo e quieto, un uomo e una donna che stanno per entrare nel futuro: su questa immagine colma d’ottimismo e stereotipata si chiude CinquePerDue. Tuttavia non c’è ottimismo, nel film, ma un’amarezza che non ammette illusioni.
E una storia a ritroso, questa che
film precedente in archivio François Ozon film successivo in archivio ha scritto con Emmanuèle Bernheim: dall’oggi allo ieri, verso le radici insospettate dell’infelicità del presente. E alla fine niente resta della storia di Gilles (Stéphane Freiss) e Marion (Valeria Bruni Tedeschi), a parte la memoria di una sconfitta necessaria. Su questa sconfitta si apre il film. Con crudele semplicità, la sceneggiatura ne elenca i termini per bocca di un giudice. Dopo il divorzio, Gilles e Marion niente più avranno in comune: non la casa, non gli oggetti personali, e forse neppure il figlio (a parte la minuzia dei diritti di visita e dei doveri di mantenimento). Da dove viene la loro sconfitta? Quando s’è inaridita la speranza su cui s’era aperto il futuro? Questo indaga il procedere a ritroso di CinquePerDue, e questo a noi in platea preme sapere. Se ci imbattessimo nell’atto sbagliato, nel gesto colpevole, e insomma nel momento in cui l’uno o l’altra hanno cominciato a tradire se stessi, allora l’amarezza per la sconfitta s’attenuerebbe. Non si tratterebbe più d’una fine necessaria, ma d’una eventualità fra molte. E così, giunti alla fine del film - e all’inizio della loro storia - potremmo immaginare che il loro futuro sarebbe potuto essere diverso.
Ma non c’è spazio per questo modo verbale ancora zeppo d’ottimismo, nel film di Ozon. Visto dall’oggi, lo ieri di Gilles e Marion è già l’inizio della sconfitta. La possibilità contenuta in quel lontano tramonto è stata confutata negli anni. Questo però non significa che i due non abbiano saputo restarle fedeli, provocando da se stessi la loro propria sconfitta. Significa invece che, ad attenderli nel loro futuro, fin dall’inizio non c’era che quella sconfitta. Che il loro divorzio sia oggi, una chiusura senza via d’uscita, è mostrato nella seconda parte del primo capitolo di
CinquePerDue. Inutilmente Gilles e Marion, dopo il divorzio, tornano a cercare l’intimità perduta. Lo fanno a letto, ripetendo gesti a lungo condivisi. Ma non c’è più vita, nei loro occhi e nei loro corpi. C’è piuttosto il ricordo dì un’abitudine. E c’è, almeno in lui, una rabbia narcisistica che cerca vendetta nell’umiliazione di lei. Quanto a Marion, poi, in lei c’è rassegnazione, insieme con un’impossibile nostalgia che subito viene smentita dalla miseria del disamore.
Forse, basterebbe tornare indietro di qualche anno, per non vederla più (o per non vederla ancora), questa miseria. Eppure, nel secondo capitolo della loro storia a ritroso, Ozon e Bemheim trovano ancora (o già) disamore. Tra lei e lui, che pure hanno nel figlio il luogo materiale della loro unione, si agitano fantasmi di un erotismo alla ricerca d’una rivincita sulla propria stanchezza. Che cosa, se non questo, spiega il racconto di Gilles al fratello, a proposito d’una certa notte, in casa d’amici? Che cosa, se non questo, spiega la rassegnazione complice di Marion?
Facendo un altro passo indietro anche il figlio - cioè, il suo significato per le loro vite insieme - viene smentito. Quando sta per nascere, Gilles lo sente come una minaccia (forse all’assolutezza del proprio narcisismo). Certo poi lo amerà, ma la sua esitazione gli peserà addosso, e peserà addosso a Marion con la grevità d’una delusione irrimediabile. E Marion, appunto? Davvero è solo vittima, nella loro storia? Se così fosse, come si spiegherebbe il suo tradimento, subito dopo la cerimonia nuziale? Chissà, forse c’è già anche in lei una sorta di timore e d’angoscia. Nonostante la felicità legata alla speranza del futuro che l’attende, forse Marion sente che qualche cosa sta per esserle tolto, e che d’ora in poi la sua vita sarà “in perdita”.
E così
CinquePerDue giunge al suo ultimo capitolo, che è poi il primo della storia di Gilles e Marion. Ora, dunque, i due si incontrano, e tutto sembra possibile. Eppure, visto dall’oggi, quel loro lontano inizio è molto meno magico e incantato di quanto vorrebbero ottimismo e stereotipi. E la futile necessità del caso che li fa incontrare. Dei loro amori precedenti, quello di lei è appena finito, quello di lui è ormai stanco. Solo a questo si deve il loro incontro: a un vuoto, a una stanchezza che li riguarda a uno a uno e non ancora tutti e due insieme. E quando il sole scende all’orizzonte, in platea ci pare certo che, al di là d’ogni illusione e autoillusione, si tratti non d’un inizio, ma proprio solo d’un tramonto.

TORRESINO - novembre 2004