da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro) |
All'apparenza
8 donne e un
mistero pare
un giallo: otto signore di carattere, tre generazioni di alta società
francese 1950, si ritrovano truccatissime ed eleganti in villa, a Natale,
con la neve e un morto di sesso maschile (l'unico), i n camera. Chi è
stata? La madre, la moglie, l'amante, la sorella, la figlia? Parte il
puzzle alla Agatha Christie che riserva una doppia sorpresa; ma intorno al
giallo, creato per il teatro da Robert Thomas e allestito in Italia negli
anni ' 60, il regista François Ozon
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da Il Giorno (Silvio Danese) |
Gruppo di famiglia (femminile) in un interno, con cameriera, governante e delitto. Repéchage di classe e ironia della commedia hollywoodiana classica (Cukor, per primo), marcato dal gusto per il Technicolor del musical anni '50 e per la parodia sobria, è un adattamento della commedia omonima di Robert Thomas, acquistata da Hitchcock per una versione filmica, mai girata. E' un fortunato mix di ingredienti nello stile omogeneo, brillante e metacinematografico, di un cineasta che ama le donne come Truffaut e i generi come un giovane cinefilo: la villetta isolata in stile Agatha Christie, l'anziana capofamiglia suonata, le figlie ambigue, le nipoti, la nuora e la servitù, tutti sospettati dell'omicidio dietro la porta chiusa, le tre, quattro esplosioni musicali e danzanti dei personaggi, e quegli abiti dipinti sui caratteri. Il cast è l'oro del film, perchè Deneuve e Huppert, Béart e Ardant, e tutte le altre, disegnano una geometria del meccanismo scenico che ricorda Feydeau e lo reinventa, permettendo di superare anche i momenti di prevedibile gioco delle parti. |