Thomas Crawford, magnate dell'aeronautica, scopre che la moglie ha una tresca con un detective della polizia e decide di architettare un piano per eliminarla. Curiosamente, dopo il delitto, si autoaccusa dell'omicidio e decide di difendersi da solo in tribunale. Il caso, apparentemente chiuso, è gestito dal giovane e brillante procuratore Willy Beachum, in procinto di entrare in un famoso studio di avvocati. Per lui però le cose saranno molto meno semplici di quanto fosse lecito credere… Thriller di eccellente fattura, Il caso Thomas Crawford, fa tornare in grande spolvero il genere "giallo vecchio stile", senza puntare su una messa in scena particolarmente originale, ma concentrando le proprie attenzioni sulla costruzione della storia e sui colpi di scena che accompagnano l'indagine del giovane Ryan Gosling, costantemente messo alle strette dal diabolico piano orchestrato da un Hopkins gigione come non mai. Proprio la "sfida" tra i due talenti (Gosling conferma di essere un giovane di grande valore) costituisce il piatto forte del film, esaltato a dovere dalla sceneggiatura, che mette in bocca ad Hopkins delle battute di incredibile cinismo e sapido humour noir. Gregory Hoblit, onesto artigiano, si mette a servizio dello script e firma una pellicola che, finalmente, non necessita di sofisticate trovate visuali per attrarre l'attenzione dello spettatore ma tiene col fiato sospeso il pubblico ponendogli la classica domanda: come riuscirà il buono (ma lo è davvero?) a incastrare il cattivo della situazione? Appassionante dal primo all'ultimo minuto, per quanto forse non teso come avrebbe potuto essere, Il caso Thomas Crawford è una bella ed insperata sorpresa. Da vedere. |
Cristina Scognamillo – mymovies.it |
...Meglio
non lasciarsi scappare
Il caso Thomas Crawford.
La storia è sufficientemente complicata (ma non inutilmente, come spesso
accade, per il puro gusto di accumulare colpi di scena e far dire allo
spettatore: "Ma no!"). I personaggi – un quasi uxoricida reo confesso, che
poi si rimangia ogni cosa, e un pubblico ministero a una svolta importante
della carriera – sono abbastanza solidi da reggere ognuno un film
(sennonché gli americani, a differenza degli italiani, pensano che in una
trama ci debba essere almeno un conflitto, quindi abbondano). Due attori
bravissimi lontani mille miglia dalla gigioneria, e ben assortiti come
possono essere Ryan Gosling (candidato l'anno scorso all'Oscar per la
parte dell'insegnante drogato in
Half Nelson, visto al Festival di Locarno
e mai uscito in Italia) e Anthony Hopkins. |
Mariarosa Mancuso – Il Foglio |
Con quella faccia un po' così di chi ha assaggiato i suoi simili, Anthony Hopkins, l'ex Hannibal Lecter inchiodato alla smorfia, è in questo giallo psicologico un assassino cultore dei giochini di moto perpetuo, che tenta la carta del delitto perfetto uccidendo nella sua villa a sangue freddo la moglie adultera. Chi indaga è il detective amante, ma interviene un avvocato carrierista, 97% di vittorie, a rovinare la partita ben studiata fra confessioni, cavilli e burocrazie legali. Colpi e colpetti di scena sono attesi al varco del film di Gregory Hoblit tutto studiato a tavolino, scritto col gusto dell' introspezione criminale, ma realizzato con televisiva banalità e con moderata suspense. Anche perché il complotto poliziesco vaga poi verso i dubbi del comune senso morale dell' avv. Ryan Gosling (new star brava e rampante) che, come Michael Clayton, deve decidere se diventare uno squalo o tentare di far rispettare davvero la giustizia. |
Maurizio Porro – Il Corriere della Sera |
Non era facile per un interprete di soli 27 anni recitare contro il settantenne Anthony Hopkins in un thriller rompicapo alla chi la sa più lunga, ma il canadese Ryan Gosling, già pazzesco ebreo nazista in The Believer e candidato all'Oscar lo scorso anno come professore tossicodipendente in Half Nelson (inedito in Italia), ha dimostrato ancora una volta di essere il fratello più piccolo di Edward Norton. Gran talento. Il caso Thomas Crawford di Gregory Hoblit, che non a caso aveva lanciato il Norton schizofrenico di Schegge di paura, vede Sir Hopkins recitare la parte del perfido Thomas Crawford, ricco senza scrupoli che confessa l'omicidio della moglie al poliziotto che lo va a interrogare. Caso o necessità, quest'ultimo è anche l'amante dell'adultera defunta. Hopkins ruggisce, Gosling subisce. Il primo picchia duro e fa gli occhi da matto, il secondo gli balla attorno e gioca di strafottenza. Scintille. Fuori dal ring non c'è niente di interessante ma dentro il quadrato assistiamo a uno degli incontri generazionali più belli ed emozionanti degli ultimi anni. Divertimento allo stato puro. A volte può essere esaltante che non ci sia scampo al campo-controcampo. |
Francesco Alò – Il Messaggero |
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TORRESINO
- novembre 2007