da Il Messaggero (Valerio Caprara) |
Al
centro del terzo film di Emmanuel Mouret
, giovane autore-attore che era
ora di scoprire anche in Italia, c'è un irresistibile seduttore "passivo"
che ha il volto stralunato dello stesso Mouret (irresistibile per lo
spettatore, dunque anche per le donne). In apertura lo vediamo gironzolare
per Parigi squadrando con calma ogni ragazza che incrocia, dal vero o in
fotografia: ma senza invadenza e men che mai volgarità. In David, così si
chiama, riconosciamo semmai lo stupore del provinciale sbarcato nella
metropoli, la quieta disponibilità del sognatore, la grazia maldestra del
flaneur che si abbandona alla corrente. |
da La Repubblica (Roberto Nepoti) |
Professore di musica ingenuo e lunare, David s'innamora di due ragazze, la sua bionda coinquilina e la studentessa bruna cui dà lezioni di corno. Il regista e attore marsigliese Emmanuel Mouret (questa volta in trasferta a Parigi) è stato paragonato dalla critica francese a Eric Rohmer e a François Truffaut; con parecchia esagerazione, certo, ma non senza qualche fondamento. Al primo fa pensare per la tendenza a fondare la sua piccola drammaturgia sul quotidiano, il non-detto e l'ellisse. Quanto a Truffaut, lo evoca per la serie di Antoine Doinel, il personaggio interpretato da Jean-Pierre Léaud, cui rassomiglia fino a sembrare uscito da un'altra epoca. In questi nostri tempi di vincenti a ogni costo, David si caccia in situazioni al limite del ridicolo: vedi come corteggia le ragazze e - soprattutto - il modo in cui lascia il posto al suo rivale in amore, anziché battersi per conservare l'amichetta del cuore. Toccante nella sua goffaggine, il giovane antieroe è senz'altro un personaggio comico; e tuttavia la sua originalità consiste in una combinazione di burlesco e commedia sentimentale, minimalista quanto poetica. Se Cambio di indirizzo è solo un film "grazioso", lascia però intuire qualità che potrebbero promuovere Mouret a regista maggiore. La capacità di mettere a profitto i tempi morti, per esempio; o quella di flirtare con l'assurdo, pronunciando dialoghi stravaganti con la massima naturalezza. |
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PRIMA VISIONE
TORRESINO gennaio
2007