Britannia Hospital |
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Molteplici
gli stimoli dì un film caustico e frizzante come
Britannia Hospital,
a cominciare dall'ambigua potenza del progresso scientifico che sembra
fare a gara, in devastante pericolosità, con la brutale insania
degli scontri (in)-civíli. Il fanatico prof. Millar ha l'eleganza
umanistica del Casanova di Fellini, maggior truculenza nel rammendo
dei molteplici Frankenstein, una visionarietà apocalittica degna
del dott. Stranamore: il suo discorso finale appesantisce una struttura
ritmica impeccabile e gorgogliante ma cuce a perfezione le sue paranoiche
sperimentazioni con la balordaggine e le meschinità del meccanismo
sociale. Come non essere inorriditi dal sangue che sprizza a fiotti
dal corpo rattoppato, ma come non restare a bocca amara per il sorriso
ebete dell'imbellettata sovrana di fronte a qualsiasi evento? Uno splendido
percorso iniziatico di lettura è costituito dal filo massmediologico
che collega in apertura le varie sequenze e i vari personaggi (automobile-
ascensore-televisione-telefono-citofono), così come merita una
seria analisi la drastica "esecuzione del
mezzo televisivo", simbolizzato da Travis e dai suoi collaboratori,
sia da parte dell'elitarismo borghese (il riserbo di classe, la privacy
scientifica), sia dalla violenza della massa scatenata (l'odio per l'asservimento
capitalistico dell'informazione). ezio leoni - Espressione Giovani - marzo-aprile 1983 |
Soggetto: Davìd
Sherwin. Fotografia: Mike Fash. Musica: Alan
Price. |
Lindsay
Anderson è uno dei grandi
registi inglesi del dopoguerra (ma, per la precisione, è nato
a Bangalore-India, anno 1923) e va considerato in particolare tra i
capostipiti (se non "il capostipìte") del free-cinema
britannico.
Co-fondatore della rivista di critica cinematografica Sequence,
egli rivisita la scuola documentaristica di Grierson, legandosi dinamicamente
alla contemporaneità sociale con una proposta interpretativa
del concetto di fiction strettamente finalizzata ad una rappresentazione
vibrante del reale: i suoi reportage filmati si segnalano, fin dal 1953,
per l'acuta visualizzazione di concrete tematiche civili Wakefield
Express, 0 Dreamtand,
sul mondo "caratteristicamente urbano" di un lunapark, Thursday's
Children (1954, vincitore di un oscar
per la capacità di rappresentare le difficoltà dell'insegnamento
in un istituto per sordi), Every Day Except
Christmas (1957, un vivace servizio di mercati del Covent
Garden), March to Aldermaston (1959,
su una grande manifestazione per il disarmo nucleare), mentre prende
corpo l'attività teatrale che sarà la base dei suo impegno
registico. ezio leoni - Espressione Giovani - marzo-aprile 1983 |