La battaglia dei tre regni (Chi bi)
John Woo - Cina 2008 - 2h 28'

  Dopo il lungo periodo di attività a Hollywood, il maestro hongkonghese John Woo è tornato in Cina per realizzare il kolossal da 80 milioni di dollari, La battaglia dei tre regni, adattato dal testo fondativo della letteratura cinese, risalente al XIII secolo e che i bambini studiano a scuola. In effetti, nello spettatore occidentale l' episodio e gli eroi in campo evocano facilmente altri scenari: dall' "Iliade" (ci sono parenti orientali di Ulisse, Ettore, Aiace) alle Termopili. Su campi avversi sono gli eserciti imperiali, al comando di uno spietato primo ministro, e due regni ribelli, che possono schierare truppe dieci volte inferiori al nemico. Dopo vari combattimenti, magnificamente e cruentemente coreografati, il finale di partita si gioca in una grande battaglia navale. Due ore e mezza (ma la versione che arriva da noi dura la metà dell' originale) di "rallenti" e di furia visiva.

Roberto Nepoti - La Repubblica

  In Asia Il romanzo dei tre regni, scritto nel XIV secolo da Luo Guanzhong e ambientato nella Cina fra I e il III secolo, è considerato un classico; e la battaglia di Red Cliff, dove in virtù dell'alto senso strategico un esercito di 50 mila uomini e una flotta esigua riuscì ad avere la meglio su un'armata nemica di 800 mila soldati e 2000 navi, ne è uno dei capitoli più avvincenti. Questa materia a Pechino è nota, però da noi in Occidente la conoscono solo gli studiosi, ragion per cui sul film che John Woo ne ha tratto al suo ritorno in patria, dopo 20 anni di Hollywood, non staremo a fare i supercritici. E' troppo romanzato? I caratteri non sono ben definiti? Il signore della guerra Cao Cao non era così cattivo? L'ardimentoso generale Zhou Yu (Tony Leung) e il genio militare Zhuge Liang (Takeshi Raneshiro) non simpatizzavano poi così tanto? Poco importa. Più debitore al cinema epico giapponese che al cinema di arti marziali di Hong Kong, ma mescolando abilmente le due componenti, il visionario affresco bellico lungo 2 ore e mezzo è realizzato con sfarzo di mezzi, suggestive scene d'azione fra mare e terra e due protagonisti bravi e attraenti. A più riprese svolazzano le colombe bianche che sono la firma di Woo.

Alessandra Levantesi - La Stampa

  II grande John Woo cambia genere. Il più violento e torbido regista di azione e di dark thriller, autore di Face/Off e di Broken Arrow, cinese di Hong Kong spesso al lavoro negli Stati Uniti, amatissimo da film precedente in archivio Quentin Tarantino e dai cinefili europei, si converte al cinema cinese di conflitti storici con La battaglia dei tre regni. Questa battaglia sulle rive dello Yangtze è, pare, una delle più famose della storia cinese, avvenuta neI 208 d.C. durante la dinastia Han, nel Paese di Centro diviso in diversi reami ostili uno all'altro e ciascuno aspirante a ricomporre l'unità nazionale sotto il proprio dominio. Questa battaglia, pare, è tuttora famosa non tanto per essere stata narrata quasi 700 anni fa ne Il romanzo dei tre regni noto in tutta l'Asia, quanto per venire ancora oggi esaltata in una gran quantità di fumetti e videogames. Nel film è stupenda: scontri su terra e sull'acqua. il mondo in fiamme, 200 mila navi incendiate. nuvole di frecce e di lance, capolavori d'intelligenza e di esperienza bellica, un esercito di 800 mila soldati, astuzie, tranelli, attacchi a sorpresa, coreografie militari perfette,vittoria dei più deboli, il destino della Cina mutato per sempre.
Il film non somiglia affatto ai monumentali classici cinesi; molte particolarità lo distinguono dal loro fasto e dalla loro crudeltà di sangue. Non vi compaiono quasi mai il rosso carminio e l'oro lucente che fa splendere altre opere: a parte il fuoco e alcune bandiere, i toni dominanti sono l'oscurità della guerra, grigio e nero, marrone e blu scuro. Non vi compaiono membra mutilate, facce tagliate, né indulgenze al raccapricciante o al loquace: lo scontro più esplicito tra due valorosi condottieri avviene non in battaglia, ma in un concerto di strumenti a corde...

Lietta Tornabuoni - La Stampa

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Dopo il lungo periodo di attività a Hollywood, il maestro hongkonghese John Woo è tornato in Cina per realizzare un kolossal adattato dal testo fondativo della letteratura cinese, risalente al XIII secolo e che i bambini studiano a scuola. Su campi avversi sono gli eserciti imperiali, al comando di uno spietato primo ministro, e due regni ribelli, che possono schierare truppe dieci volte inferiori al nemico. Dopo vari combattimenti, magnificamente e cruentemente coreografati, il finale di partita si gioca in una grande battaglia navale. Due ore e mezza di "rallenti" e di furia visiva.

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TORRESINO - novembre 2009

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