Un bacio romantico - My Blueberry Nights
Wong Kar-Wai
- Francia/Cina/Hong Kong
2007
- 1h 51'
|
Montagne di
gelatina, crepacci di gelato fuso, un paesaggio che sembra un pianeta
mentre è solo pastafrolla.
Un bacio romantico
si apre con le immagini di una torta di mirtilli in primissimo piano, e la
battuta è inevitabile. Sarà un caso, ma il primo film Usa di Wong Kar-wai
inizia dal dessert… In tutti i sensi, perché
My Blueberry Nights
è un film bifronte. Un occhio al passato e uno al futuro, la testa in Asia
e i piedi in America, un cast zeppo di star e un'andatura sincopata, da
film che cerca una forma anziché seguire una formula. E pazienza se non
sempre la trova, dopo
In the mood for love
Wong Kar Wai può fare tutto, perfino ripetersi, purché lo faccia con stile
e di stile qui ce n'è fin troppo.
Nessuno oggi ha più gusto di questo cinese nato nel '58 a Shangai e
cresciuto nella fibrillante Hong Kong, nessuno meglio di lui incarna il
fascino e forse i limiti di un cinema sempre più rarefatto e seducente,
fatto di poche cose precise. Pochi personaggi, ambienti chiusi, situazioni
che si ripetono a spirale rimbalzando da una storia all'altra.
Nel primo episodio la debuttante di lusso Norah Jones, vulnerabile e
convincente, torna e ritorna più volte nel caffè di Jude Law in cerca di
un amore perduto. Nel secondo, spostatasi nel Tennessee, assiste allo
scontro finale fra un uomo che beve per dimenticare la moglie che lo ha
abbandonato ma continua a provocarlo (David Strathairn e Rachel Weisz).
Nel terzo, il più maturo e l'unico on the road, siamo in Nevada e Norah
Jones incontra un'altra donna, la giocatrice Natalie Portman, pure lei
impegnata a ignorare i propri sentimenti, anche se stavolta è un padre
l'uomo da cui fugge. Ma più delle storie, appena abbozzate (anche se al
copione ha collaborato il grande giallista Lawrence Block), contano i
conflitti che esprimono, sempre gli stessi, e soprattutto le immagini
grazie a cui Wong spalanca una porta sui sentimenti dei suoi personaggi:
una rissa improvvisa ripresa dalle immagini in bassa definizione di un
video di sorveglianza; un bacio rubato sui tavolini del caffè ("la" scena
madre del film); due semafori che dondolano appesi ai cavi, dopo un
incidente mortale.
Con la sua foto magnifica (di Darius Khondji, altra prima volta) e con
tutti i suoi virtuosismi di regia,
My Blueberry Nights
a tratti ricorda non solo i film precedenti di Wong Kar-Wai ma i suoi
sofisticatissimi spot, ma c'è un'eco di Paul Auster in questi baristi
ostinati e romantici che conservano in un barattolo le chiavi lasciate
dagli innamorati delusi sperando che i loro partner tornino a prendersele.
È chiaro che stavolta Wong gioca fuori casa: i vagabondaggi di Norah Jones
sono una specie di guida alla scoperta del paese più esplorato del mondo,
gli Stati Uniti, che si rivela ancora incredibilmente pieno di cose mai
viste. |
Fabio
Ferzetti
– Il Messaggero |
Mr. Wong
Kar-Wai goes to America. E ci va portandosi, come bagaglio, le stesse
fantasticherie depressive di
In the mood for love
e
2046: lui è così, prendere o
lasciare. In
Un bacio romantico, abbandonata dall'amico, Elizabeth elabora
il lutto viaggiando per le strade americane. Fa la cameriera, mangia torta
ai mirtilli, scambia un lungo bacio con Jeremy, disilluso gestore di bar,
s'accompagna a una giocatrice d'azzardo, conosce un poliziotto in lutto
sentimentale.
A ogni tappa, verifica l'abisso che separa gli esseri umani,
l'impossibilità ontologica di sincronizzare i sentimenti, di vivere
l'amore senza soffrirne. Per il suo primo film americano, il regista
cinese sceglie un genere peculiare della cultura del paese che lo ospita -
il road movie, versione malinconica - ma lo usa come contenitore di
visioni e domande tratte dal repertorio del suo cinema precedente.
Se rappresenta l'America nelle forme del mito, la avvolge (aiutato dai
direttore della fotografia Darius Khondji), nelle luci e nelle immagini
ricercate che ne hanno fatto la griffe d'autore. Il cast di star si piega
docilmente ai suoi voleri; inclusa la cantante Norah Jones, al debutto nel
cinema: un po' maldestra sì, ma nel senso voluto dalla parte. |
Roberto Nepoti -
La Repubblica |
promo |
Elizabeth rompe con un compagno con cui è stata a lungo e si confida con
Jeremy, il proprietario di un caffè che se ne innamora. Ma la ragazza
lascia New York per un viaggio le cui tappe sono scandite dalla ricerca di
un lavoro, il desiderio di poter acquistare un'auto e il bisogno di curare
le ferite interiori. Incontrerà storie di individui che la faranno
crescere e la porteranno a uno sguardo nuovo sul mondo... Un nuovo viaggio
nei sentimenti di un regista sempre capace di produrre intense vibrazioni
attraverso una ricerca estetica estremamente raffinata. |