Animal Kingdom
David Michôd - Australia 2009 - 1h 52'

   A Melbourne, il diciassettenne Josh perde la madre per overdose (agghiacciante la prima scena) e finisce sotto la custodia di nonna "Smurf", una specie di Ma' Grissom i cui figli praticano la rapina e lo spaccio in collusione con la polizia. Josh conosce un poliziotto onesto, che lo inserisce in un programma di protezione testimoni; non riuscirà, però, a sottrarsi alla pratica della violenza. Presentato al Festival di Roma, un film australiano di un pessimismo integrale messo in scena come una cronaca giudiziaria e ambientato in un mondo brutto e pericoloso. Gli omicidi non sono rappresentati con truculenza, ma con una freddezza che fa ancor più paura.

Roberto Nepoti - La Repubblica

   Si può capire come il pubblico possa averne abbastanza di discese agli inferi della crudeltà criminale. Ma che ci sia ancora spazio per le sortite sconvolgenti lo dimostra Animal Kingdom, memorabile esordio nel lungometraggio dell'australiano David Michod e indiscutibile new entry nel pantheon delle rappresentazioni a vene aperte delle più scellerate e derelitte comunità umane odierne. A differenza dei film di film precedente in archivio Tarantino o film precedente in archivio Ritchie, qui sceneggiatura e regia prendono terribilmente sul serio la propria attrazione-repulsione, incidendo sullo schermo l'incubo di cinque protagonisti e curando con sottile, strategica abilità non tanto il resoconto di una realtà estrema, quanto l'ancora più agghiacciante «percezione» della stessa. La spirale narrativa in qualche modo scespiriana si basa, infatti, sull'itinerario sonnambolico del diciassettenne di Melbourne Joshua Cody detto J il quale, in seguito alla morte per overdose della madre, crede di trovare rifugio nella casa bunker dei parenti: una famiglia mostruosa, composta da un'apparentemente dolce e normale nonna-madre-padrona e dai suoi tre figli incestuosi, rapinatori, tossici e assassini, che finisce per avvolgerlo in una rete sociopatica e psicopatica inestricabile. Nella lotta tra animali urbani i segnali antropologici si confondono con le atmosfere fantasmatiche, il rigore delle inquadrature con l'asciuttezza dei dialoghi. Altro che zombies per ragazzi, questo è il capodopera dei vivi morenti.

Valerio Caprara - Il Mattino

promo

Basato sulle vicende della sparatoria realmente avvenuta nel 1988 a Walsh Street, nel quartiere South Yarra di Melbourne, l'intreccio ruota attorno a Joshua "J." Cody, un ragazzo di 17 anni che, rimasto orfano, va a vivere con la nonna sociopatica e gli zii criminali incalliti. Per incastrarli, la polizia locale è pronta a tutto in uno scenario dove gli uomini assomigliano a bestie che lottano nel regno animale.
David Michôd dimostra una buona mano sia nella messa in scena della violenza, che non estetizza pur senza nasconderne la brutalità, sia nello sciogliere gli intrecci della trama con calibrate ellissi. Fin dalla prima scena ci si innamora di questa pellicola australiana che amalgama con maestria Tarantino e Scorsese. La cosa che più impressiona nella regia è il trasporto, privo di didascalismi, con cui si raccontano i personaggi, lasciando al gioco degli attori la stoccata incisiva e isolandoli in picchi emotivi forse convenzionali ma certo potenti. Un thriller intenso, ben equilibrato, sempre spiazzante.

film del week-end precedente

TORRESINO - dicembre 2010

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