Padova
piange uno dei suoi artisti più straordinari ed eclettici, un genio
della manualità, apprezzato e stimato in almeno tre continenti.
Scenografo, maestro calligrafo, pittore, inventore di nuove tecniche
decorative e costruttive, artista poliedrico, questo era Ruggero «Ruggi»
Gamba. Il 18 agosto avrebbe compiuto 46 anni Le sue collaborazioni
empiono una lista pressoché infinita, ha lavorato con registi famosi, cantanti internazionali, cinema, fiction italiane ed estere: i movies, tra gli altri,
Casanova,
Il mercante di Venezia,
Rome,
Nativity, Italian Job,
gli episodi della serie Elisa
di Rivombrosa, portano anche la
sua firma. Sting lo ha avuto in uno dei suoi videodip più acclamati,
i registi
Carlo Mazzacurati
ed Antonio Albanese chiedevano solo di lui. Per i film disegnava
mappe storiche, invecchiandole a regola d’arte, creava mongolfiere,
allestiva scenografie variopinte. Tutte le stanze di casa sua, in
zona Sant’Osvaldo, sono un inno all’arte. Non esiste un solo angolo
che non sia nel caos più completo, un caos creativo, un unico
laboratorio che le pareti divisorie non riesco no a trattenere.
«Non si vede che lavoro facesse?», esordisce con un sorriso
straziante la sorella Luisa, giunta da Roma. Ruggi lascia altri
quattro fratelli, Franca, Roberto, Paola e Michela, e sette nipoti,
tutti residenti a Padova; la madre Valentina e la compagna 29enne
Giovanna Doni, con la quale conviveva: «Ci conoscevamo da una
vita — ricorda con i suoi occhioni azzurri velati dal pianto —
una vita passata da amici fin quando, quattro anni fa, non è
scoccata la scintilla». I quadri non riescono ad entrare nelle
pareti, alcune statuette sono addirittura negli acquari insieme ai
pesci rossi, libri, fumetti, penne d’oca e calamaio, computer
ovunque: «Lui era così — continua Luisa — non c’era niente
che non sapesse fare con le sue mani. Ha iniziato nel mondo della
moda, mio padre voleva che studiasse e lo ha iscritto all’istituto
agrario ma non ha terminato gli studi. Sia da giovane era in eterno
movimento, ha viaggiato per il mondo decorando negozi, sviluppando
arredamenti, inventando nuove tecniche per il suo lavoro. Un grande».
Sergio Campofiorito
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Il Mattino di Padova 31 luglio 2008
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