Il suo indomabile cuore, forte come una roccia, alla fine ha dovuto
arrendersi: Carlo De Pirro, compositore, docente e critico musicale
padovano, è morto ieri in ospedale stroncato da una malattia
inesorabile. Combattuta con sfrontata compostezza, quasi con
distacco. Lascia la moglie Ida Fortini e la figlia dodicenne
Elettra, la sua discepola prediletta, in scena con il papà fin da
tenerissima età. I funerali si terranno
nella chiesa di San Giorgio a Due Carrare, seguiti nell’abitazione
di Pontemanco da un incontro per ricordare Carlo con la proiezione
di alcune riprese delle sue opere.
Nato ad Adria nel 1956, padre toscano e madre emiliana, durante
l’infanzia visse tra Napoli e la Liguria, per poi stabilirsi
ragazzino qui a Padova, sua città d’adozione. Al conservatorio Pollini ha studiato con Wolfango Dalla Vecchia, diplomandosi in
Composizione e perfezionandosi poi con Franco Donatoni e Salvatore
Sciarrino. A sua volta ha dedicato molti anni all’insegnamento come
docente di Armonia e Contrappunto al conservatorio “Venezze” di
Rovigo e al giornalismo come critico musicale. Innumerevoli le sue
conferenze: Biennale veneziana, Accademia Sibelius a Helsinki,
Accademia Olimpica a Vicenza, Università
di Padova, Torino, Venezia e molte altre istituzioni culturali e
concertistiche.
Da ricordare in particolare i suoi lavori su musica e computer,
importante la collaborazione con Alvise Vidolin e il Centro di
Sonologia Computazionale dell’Università padovana. Nel 2003 è stato
tra i fondatori del “Comitato per l’auditorium”, e come suo
rappresentante ha fatto parte della commissione giudicatrice dei
progetti ammessi al concorso indetto dal
Comune. Già ferocemente provato dalla malattia aveva ripreso le
idee del “comitato” per organizzare una decina di giorni fa una
manifestazione di protesta contro le polemiche che stanno
paurosamente ritardando la realizzazione del progetto vincitore e
contro l’indifferenza dei musicisti padovani.
Le sue composizioni sono state commissionate dalla Biennale di
Musica di Venezia ed eseguite in Italia e all’estero (tra tutte ci
piace ricordare “Auretta
assai gentil” per violino e piano forte alla Carnegie Hall di New
York nel 2003), trasmesse da Radio3 e Radio Franco, incise dalla
Edipan di Roma e dalla Fonit Cetra e pubblicate da Ricordi. Tra i
suoi lavori vogliamo segnalare per la Biennale Musica “Nove finali”
nel ‘95, “L’angelo e l’aura” con libretto del fido Andrea Vivarelli
al Malibran e “Messaggeri e messaggini” all’ Arsenale nel 2005. E
ancora “Caos dolce caos” (debutto per Operagiovani al Teatro Sociale
di Rovigo) nel 2001 e le “Sette stazioni di luce” per flauto del
2003.
Singolarissima e anticonformista la collaborazione con i
Solisti Veneti: De Pirro, da sempre pronto ad abbattere i confini
tra classica e contemporanea, ha composto per Claudio Scimone e la
sua orchestra il concerto cangiante “Di luce e di vento” nel 2004,
“Come sono suono” per cornista a rotelle e tromba di scorta nel 2006
e “La notte, la danza, il dono” nel 2007, suonata per il
tradizionale concerto di Natale ai Servi. Per la “Giornata dell'arte"
dello scorso anno ha presentato in Salone “Il tempo sospeso” per disklavier e nastro magnetico. Alla sua passione per il piano
forte comandato dal computer, protagonista anche di un con Certo
eseguito al Piccolo Teatro sempre nel 2007, affiancava quella per
le più curiose macchine sonore (memorabile ili flipper “Anche tu
musicista con 500 lire”) e i carillon: indimenticabile quello
creato con lamine di metallo, seghe circolari e vetri di Murano per
l'installazione sonora all'Expo 2002 in Svizzera, che ha poi trovato
casa nel parco di Pinocchio a Collodi. Perché per Carlo la musica
contemporanea voleva dire anche divertimento, gioco, sberleffo,
poesia. Non per pochissimi, selezionati intenditori, ma per tutti.
Caterina Cisotto
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Il Gazzettino (28 maggio 2008)
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