Il
secolo della luce
Così forse sarà archiviato nella memoria questo
XX secolo che apre le
porte al nuovo millennio. Quale luce?
Edison iniziò ad
illuminare lAmerica alla fine del 1800, ma la
democrazia della luce elettrica è certo del Novecento,
così come sono di questi ultimi cento anni tanti altri
"giochi di luce" che ne stigmatizzano lidentità:
dalle scie dei veicoli nelle metropoli pulsanti di
traffico, alle esplosioni degli ugelli dei propulsori
spaziali lanciati alla conquista del cosmo. Dallaccecante
bagliore che precedette il fungo atomico di Hiroshima al
brulicare elettronico dei pixel sullo schermo del
computer.
E poi cè lui il cinema,
o
meglio il cinematografo come lo chiamavano Auguste e Louis Lumière
ai tempi della prima storica esibizione al Boulevard des Capucines
(28 dicembre 1985). Un ulteriore regalo degli ultimi anni dellottocento,
ma una realtà culturale, artistica, sociale tutta di questo secolo.
Anche perché la settima arte sta dimostrandosi un oggetto (soggetto?)
duttile e metamorfico. Partito come esperimento documentaristico e
fantastico (le due anime incarnate nelle origini dai Lumiere e da
Méliès) il cinema si è configurato ora come spettacolo popolare,
ora come avanguardia figurativa, è diventato "di genere"
ma anche dautore, "politico" e "trash" (spazzatura),
neorealista e danimazione. Tra merce e cultura ha allargato
i nostri sguardi, le nostre coscienze mentre imparava a parlare (1927),
"a darsi un tono" cromatico (1935), a ridimensionarsi secondo
le esigenze e i costumi sociali che lui stesso forgiava (dal cinemascope
alla televisione e al fenomeno dellhome-video).
Ora, alle soglie del nuovo millennio, liper-democrazia
culturale della rete telematica (internet) e delle
tecnologie digitali gli prospetta nuovi fantascientifici
orizzonti, ma il fascino delle "immagini narranti"
resta unalchimia immaginifica che va oltre le
mirabilia del progresso scientifico e che resta ancorata
alla creatività intrinseca del "narratore",
protagonista fondamentale del percorso comunicativo di
tutta la civiltà.
Dalla
tradizione orale al sapere scritto, dallanalfabetismo
alla ipocondria dellimmaginario collettivo: la
maturazione della coscienza espressiva del mezzo
cinematografico prima, la rivoluzione dinamica della
galassia informatica poi, hanno offerto alla civiltà
dellimmagine nuovi territori artistici, nuovi
percorsi "trasgressivi" di spazio e tempo,
nuove realtà virtuali in cui riconfigurare la fantasia e
reintepretare il mito.
Il tutto attraverso una "educazione sentimentale"
che non nasce solo da una ridda di immagini, suoni e idee,
ma da un "nuovo linguaggio", in cui forma e
contenuto si esaltano a vicenda, in cui, quando lo
stile crea il senso (Bazin!), poco importano la
dimensione e la natura dello fruizione (lextra-large
della schermo di sala o il mignon del monitor tv, lo
sfarfallio della proiezione da pellicole o lalgida
purezza del digitale), quello che resta è la magia del cinema.
ezio leoni
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La Difesa Del
Popolo
1 gennaio 2000
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