Quando "nasce" il Cinema?
Se aprite un libro di storia della cinematografia potreste rimanere confusi
dall'accavallarsi delle date che stigmatizzano l'evento. Le tappe importanti
vanno ricondotte a tre aspetti fondamentali: dal meccanismo di proiezione,
esperimentato per tutto l'ottocento partendo dalle sofisticate lanterne
magiche (coi loro vetrini dipinti a mano), alle nuove apparecchiature che,
mentre cercavano di sfruttare tecnologicamente il principio della persistenza
delle immagini, venivano contemporaneamente ad operare sul tipo stesso
di immagine da proiettare, potendo via via ricorrere non solo a pitture
e disegni, ma anche a soggetti "dal vero" ottenuti grazie all'evolversi
della fotografia.
Troverete allora curiosi termini da museo:
il Fenacistoscopi (Plateau - 1833), un disco che ruotando davanti
ad uno specchio rifletteva "in movimento" l'immagine disegnata;
lo Zoetrope (Horner - 1834) in cui a ruotare era un cilindro con
delle fessure laterali attraverso cui le figure dipinte sui rotoli di carta
interni sembravano animarsi. Infine, in questa prima fase "preistorica",
il Praxinoscope di Emile Reynaud (1877) che, riunendo le esperienze
precedenti, permetteva di vedere l'animazione su un cilindro di specchi
fissato coassialmente al centro del tamburo delle immagini.
Il salto di qualità deve tenere conto dell'invenzione di Henry R.
Reil (Phasmatrope - 1870), che metteva in movimento una sequenza
di fotografie del soggetto in una serie di posizioni susseguenti, e di
quella di Eadweard Muybridge (Zoopraxicope - 1880) che con più
apparecchi fotografici perfezionò la tecnica di cogliere e riproiettare
il movimento di animali o persone. Senza tali precursori e senza l'innovazione
introdotta dalla pellicola in celluloide dell'americano Eastman non si
sarebbe arrivati al Kinetoscope (1894) di Edison e Dickson, vera
macchina da proiezione con un otturatore a disco rotante ma capace di spettacoli
molto brevi (circa 20 secondi), all'inglese Teatrograph di Robert
W. Paul, al Bioscop dei tedeschi Max ed Emil Skladanowsky, al successivo
brevetto di Edison, il Vitascope, che ebbe una brillante presentazione
a New York nella primavera del 1986.
Ma intanto
l'ambito traguardo era stato raggiunto dai fratelli Auguste
e Louis Lumière che il 28 dicembre 1895, all'ormai mitico
Grand Café del boulevard des Capucines, appassionarono il pubblico parigino
con la loro invenzione, il Cinématographe (dal greco
movimento+scrivo). Il loro apparecchio
era compatto, leggero, ed estremamente funzionale (riuniva in sé la triplice
funzione di macchina da presa, stampatore ottico e proiettore)) ed i due, proprietari
di una fabbrica di materiale fotografico, erano anche degli ottimi operatori,
col senso dell'inquadratura e del ritmo. In quel fine anno del 1895, al prezzo
di un franco per biglietto, la proiezione offriva 12 filmati e si apriva
con La sortie des usines Lumière,
una breve ripresa degli operai della Lumière che uscivano dalla fabbrica.
Seguivano altri documentari e pure un primo corto a soggetto, L'arroseur
arrosé, con la gag del ragazzino che fa spruzzare l'acqua
della pompa in faccia al giardiniere. Gli spettatori paganti al primo spettacolo
furono solo 35, ma il successo fu enorme e in tre settimane si arrivò
a 2000 franchi al giorno.
La strada imboccata dai Lumière era quella giusta e a cent'anni
di distanza sembra quasi ovvio che anche il nome del loro brevetto non
potesse essere che quello: se tutti i nomi citati sono rimasti solo termini
preistorici, il Cinematografo (o Cinema come diciamo oggi)
ha invece varcato la soglia della Storia, non solo di quella dello spettacolo
ma di quella del nostro vivere sociale... |