Palma per il miglior regista al 53° edizione del Festival di Cannes
da Il Giorno (Silvio Danese) |
IIl film che meritava di vincere Cannes 2000 al posto di Dancer in the Dark. E' la storia di una famiglia di Tapei nelle settimane seguenti al coma della nonna: cercando una soluzione alla crisi dell' azienda di computer, il padre incontra la fidanzata perduta all' università mentre, la figlia adolescente scopre l' amore e la gelosia, la madre depressa si rivolge a un guru in monastero, il piccolo Yang Yang fotografa le persone di spalle per scoprire "quello che non si vede". Parlando alla nonna immobile, la voce dei parenti assembla un insieme di diari privati. La crisi quotidiana di ciascuno compone un emozionante mosaico delle età dove brilla di volta in volta il tassello del dolore, dell'affetto, della paura, della passione. Come in un film di Altman, ogni personaggio e ogni fatto risuonano nella macchina cubista del tempo. Come nella famiglia di Ettore Scola, si sente il progetto di ogni vita. Ma soltanto Edward Yang, premiato in ogni occasione, riesce a fondere spettatore e personaggio nella 'durata' delle cose. Magistrale la fotografia di Wehian, intensa nei colori, profonda nel campo, lucente nei dettagli… |
da Il Giornale Nuovo (Maurizio Cabona) |
..Fra
i momenti migliori, quello del piccolo che fotografa la schiena delle
persone per mostrare loro ciò che non possono vedere, per proporre l'altra
metà di loro stessi. Non a caso i personaggi hanno nome raddoppiato. Ma
l'altra metà della verità è una sorpresa che non tutti vogliono avere. |