X-Men
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da La Stampa (Lietta Tornabuoni)
Uno ha lame metalliche incorporate nelle mani, una passa attraverso porte e pareti; chi ha una lingua prensile che può allungarsi sino a dieci metri e chi ha capacità rigeneranti tali da rendere inutile il ferirlo; alcuni emettono dalle dita fuoco o polvere agghiacciante, alcuni sono camaleontici e assumono la forma di quanto toccano; lo sguardo dell’uno è un fascio d’energia che scava la montagna, lo sguardo dell’altro altera e determina le condizioni metereologiche; un’adolescente assorbe i poteri di chiunque solo toccandolo, un capo quasi vecchio è il più grande telepata vivente capace di insinuarsi nelle menti altrui e di leggerne i pensieri. Non sono cyborg né androidi né cloni né replicanti. Neppure sono gli essere umani o divini che nella mitologia o nella favolistica sanno trasformarsi con facilità in cigni, animali, serpenti o alberi. Sono X-Men, mutanti, anomalie biologiche dotate di mutazioni genetiche esclusive, ideati nel 1963 da Stan Lee per i fumetti del gruppo Marvel e poi per una serie televisiva americana in 70 episodi, adesso protagonisti del film di Bryan Singer effettato, esagerato e divertente, girato in Canada (persino la Statua della Libertà e Ellis Island, luoghi americani assoluti, sono stati ricostruiti a Toronto), oscuro nelle premesse scientifiche, chiarissimo nella semplificata allegoria sociopolitica. «La mutazione è la base della evoluzione»; «L’umanità teme da sempre quel che non riesce a capire». I mutanti sono temuti quanto tutti i «diversi» del mondo e questa paura collettiva viene sfruttata a fini politici da un senatore della destra che proclama in comizio: «I mutanti esistono e sono tra noi, dobbiamo sapere chi sono e quali poteri hanno prima di venirne sopraffatti». Reagendo al razzismo, i mutanti si dividono tra loro: il gruppo guidato da Ian McKellen detto Magneto intende terroristicamente distruggere gli umani prima di essere distrutti da loro; il gruppo guidato da Patrick Stewart (che è poi il nostro vecchio caro capitano Picard di Star Trek, immobilizzato su una sedia a rotelle), persegue invece la convivenza pacifica tra umani e mutanti in una società multiforme. Le allusioni ai pregiudizi, al razzismo e alla tolleranza contemporanei sono infinite, è citato alla svelta pure l’Olocausto: tornano le parabole fantascientifico-politiche, come negli Anni Cinquanta de Il pianeta proibito o della Invasione degli ultracorpi? Il fascino di X-Men sta soprattutto nella sapienza delle coreografie, delle evoluzioni acrobatiche e degli effetti speciali...
TORRESINO ALL'APERTO! giugno-agosto 2001
per tamburini... Umani e mutanti. Intolleranza e pacifica convivenza.
Tratto
dalla più venduta serie di comics americani, ecco le fanta-avventure
di un gruppo di mutanti reietti, ma pur sempre dotati di straordinari poteri.
Come il cinema di Brian Singer, affascinante e dirompente, sempre in
bilico tra il bene e il male, tra odio mortale e "insoliti
sospetti".
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