Vendicami
(Fuk
Sau)
Johnnie To -
Hong Kong/Francia
2009
- 1h 48' |
Una
donna, un uomo, due bambini. Lei di origine francese, lui cinese.
All’improvviso la morte che entra in casa per mano di sicari che compiono
una strage. Solo la donna si salva. Suo padre, Costello, raggiunge
l’Estremo Oriente con un proposito preciso: vendicare la morte del genero
e dei nipoti. Per farlo ingaggia tre killer che ha scoperto in azione
mentre eliminavano l’amante infedele di un boss della malavita.. Con il
loro aiuto cercherà di portare a compimento la missione che si è prefisso.
Johnnie To
si è finalmente (e speriamo definitivamente) scrollato di dosso i vincoli
narrativi che almeno fino ad
Election ne
avevano in qualche misura ostacolato la genialità visiva. Sembrava cioè
che il regista si sentisse in dovere di giustificare da un punto di vista
sociologico l’agire dei suoi personaggi preoccupandosi quindi oltre misura
del contesto. Intendiamoci: oltre misura per un regista come lui
assolutamente in grado di intervenire sui generi interpolandoli con lo
scopo di andare 'oltre' la verosimiglianza per puntare dritto al piacere
della visione.
Qui, a partire dall’esplicito omaggio a Melville sottolineato nel cognome
del protagonista, è un susseguirsi di luoghi del cinema pronti a
sottoporsi a reinvenzione. Se dispiace che il ‘samurai’ melvilliano Delon
abbia rifiutato il ruolo di protagonista il dispiacere è di breve durata
perchè Johnny Hallyday è praticamente perfetto nei panni del vendicatore
che pronuncia le battute più improbabili con la stessa determinazione con
cui reciterebbe Shakespeare. Con un interprete così To è libero di giocare
con le immagini (indimenticabile lo scontro con i contendenti che si
proteggono con inusuali barriere individuali) raggiungendo un livello di
astrazione che fonde magistralmente cinefilia e spettacolo. |
Giancarlo Zappoli - mymovies.it |
Johnnie
To oggi è il Cinema di Hong Kong proprio come lo era Tsui Hark
all’inizio degli anni 80. All’indomani del 1997, quando in vista del
ritorno alla Cina della ex colonia britannica i grandi nomi di Hong Kong
prendono il largo per Hollywood (con risultati sovente disastrosi), To
resta, diventando l’uomo del rinnovamento. Temperamento sperimentale
attento al botteghino, To avrebbe voluto Alain Delon (il samouraï di
Jean-Pierre Melville) nel ruolo dello chef che si reca in trasferta per
vendicare la figlia, assegnato in seconda battuta al rocker Johnny
Hallyday. To usa l'estraniamento del suo protagonista per costruire
sublimi traiettorie visionarie (s)montando le sparatorie con un puntiglio
cubista impareggiabile. L’interazione fra spazio e corpi è magistrale. Il
risultato più clamoroso è che da questa organizzazione dell’inquadratura
discende un cinema di una potenza etica inconcepibile sotto qualsiasi
altra latitudine. Oscillando fra languori noir, folgorazioni kurosawiane e
malinconie che omaggiano Jacques Demy, To compone un inno alla notte
spudoratamente romantico. Danzando sul crinale dove ironia e lirismo si
seducono a vicenda, Johnnie To si conferma cineasta spericolato in
continua tensione di rinnovamento. |
Giona A. Nazzaro -
Film Tv |
promo |
François
Costello (Johnny Hallyday) è uno chef francese con un ristorante
sugli Champs Élysées e un passato da assassino. Ormai
ultrasettantenne ha chiuso con la vita di un tempo. Ma tutto
precipita quando una squadra di sicari fa piazza pulita della casa
della figlia a Hong Kong, ferendola gravemente e uccidendole il
marito e i suoi due bambini. Costello è costretto a tornare in
scena. E non sarà piacevole. Oscillando fra languori noir,
folgorazioni kurosawiane e malinconie che omaggiano Jacques Demy,
To compone un inno alla notte spudoratamente romantico. Danzando
sul crinale dove ironia e lirismo si seducono a vicenda, Johnnie
To si conferma cineasta spericolato in continua tensione di
rinnovamento. |