L'ultima ruota del carro
Giovanni Veronesi - Italia 2013 - 1h 53'


   La commedia di Veronesi è di gran lunga il suo miglior film, lontanissimo dalla faciloneria un po' sciatta di certe opere precedenti: merito probabilmente del soggetto, la storia vera di Ernesto Fioretti (che nel film diventa Ernesto Marchetti ed è interpretato ottimamente da Elio Germano), ex tappezziere, cuoco scolastico, traslocatore, attualmente autista di Verdone e all'occorrenza dello stesso Veronesi, che ha attraversato l'Italia degli ultimi quarant'anni - con i suoi innamoramenti politici e le sue illusioni di facile benessere - conservando tutta la sua genuinità e un invidiabile rigore morale. La commedia, sceneggiata dal regista con Filippo Bologna, Ugo Chiti e lo stesso Fioretti, non è il film sugli anni del craxismo e del berlusconismo che stiamo ancora aspettando ma possiede una sua gradevole cifra «civile», che evita le trappole del rimpianto e del sarcasmo e che raccontando la cronaca nazionale dalla parte dell'«ultima ruota del carro» ci restituisce un ritratto partecipe e gentilmente affettuoso.

Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera

   La via di un uomo semplice, normale, come tanti, con una famiglia unita, come se ne vedono poche al cinema. Il protagonista del film di Giovanni Veronesi, è Ernesto Fioretti (Marchetti nella finzione). Sono in pochi a conoscerlo, nella vita ha fatto tanti lavori, da tappezziere a traslocatore, da cuoco di asilo a comparsa cinematografica, e ora è autista di produzione durante la lavorazione dei film. È stato durante un viaggio di ritorno da Fabriano che Ernesto ha raccontato la sua storia a Veronesi, il quale ha deciso di farne un film (prima che suo fratello Sandro, scrittore, la trasformasse in un romanzo) per rendere affettuoso omaggio a chi nella vita ha il vizio dell'onestà e crede nel valore del lavoro. Seguiamo le vicende di Ernesto, che nel film (...) ha il volto di Elio Germano, dall'infanzia fino ai giorni nostri, lo vedremo innamorarsi, sposarsi, diventare padre, ribellarsi agli inganni, lottare per realizzare le proprie ambizioni e mantenersi integro, gioire per uno scampato pericolo e disperarsi per la fortuna perduta, mentre l'Italia intorno a lui cambia. Se c è un difetto nel film sta nella frettolosità di certi passaggi cruciali per il nostro paese come il terrorismo, l'omicidio di Moro, tangentopoli, la discesa in campo di Berlusconi. Ma spesso la forza della tragicomica vita di Ernesto, la sua dolcezza e la sua determinazione, fanno dimenticare il resto, complice anche un azzeccato cast di attori che conta Alessandro Haber, RickyMemphis Alessandra Mastronardi Massimo Wertmuller, Sergio Rubini. «L'ambizione era quella di realizzare una commedia all'italiana - dice Veronesi - sulla scia di grandi maestri come Risi, Monicelli, Scola. Non un film comico, ma una storia dove, come nella vita, si mescolassero dramma e ironia, dolore e leggerezza. Per la prima volta non ho inventato quasi nulla: Ernesto raccontava e noi scrivevamo e le vicende politiche le abbiamo messe in scena come le ha viste lui, compreso il sorriso di Berlusconi stampato sui manifesti elettorali, che dopo Tangentopoli aveva realmente conquistato il cuore degli italiani».

Alessandra De Luca - Avvenire

   Svolta di Giovanni Veronesi dopo i fortunati Manuali d'amore. Con un conto aperto con l'ambizione di porsi continuità con la zampata comica toscana alla Monicelli di Amici miei, contraddetta da una vena più prossima alla schietta evasione vanziniana. L'ultima ruota del carro è un bel film dal sapore classico, nutrito di devozione - simile al corregionale Virzì - verso alcuni esempi di commedia italiana generazionale, sociale, ideologica. (...) L'immagine che rende lo spirito del film - piccola e grande storia si sfiorano - è quella della malmessa 127 del papà tappezziere (Massimo Wertmuller) casualmente parcheggiata proprio dietro la Renault rossa di quel maledetto 9 maggio '78 in via Caetani...

Roberto Nepoti - La Repubblica

   Il nuovo film è prodotto dalla Fandango e distribuito dalla Warner: le premesse per non sparire nel nulla ci sono, ma soprattutto «c'è» il film, una storia solida che percorre più di 40 anni di memoria italiana. (...) Il film è una commedia che punta a modelli alti, da C'eravamo tanto amati (là il socialista era Gassman) a Una vita difficile. I 113 minuti scorrono senza alcun inciampo. Nel cast Ricky Memphis, Alessandra Mastronardi, Sergio Rubini, Massimo Wertmuller e un brillante ritorno di Dalla Di Lazzaro, ma chi ruba la scena a tutti è Alessandro Haber nei panni - senza nominarlo - di Mario Schifano.

Alberto Crespi - L'Unità


promo

Ernesto è un semplice autotrasportatore che, tra case e traslochi, per quarant'anni ha girato tutta l'Italia. Dal finestrino del camion, il suo sguardo semplice si è posato sullo scorrere del tempo come sul ciglio di una strada: tra scandali e malaffare, speranze e delusioni, burrasche e schiarite, Ernesto è uno dei tanti eroi del quotidiano che, nonostante tutto, sono riusciti a schivare gli ostacoli più insidiosi restando fedeli alla famiglia, agli amici e ai propri ideali. Un bel film dal sapore classico, nutrito di devozione verso alcuni esempi di commedia italiana generazionale, sociale, ideologica. La forza della tragicomica vita di Ernesto, la sua dolcezza e la sua determinazione, fanno scorrere senza intoppi le quasi due ore di proiezione, complice anche un azzeccato cast di attori: bravissimo Elio Germano, memorabile Alessandro Haber.

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 LUX - novembre/dicembre 2013

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