Turner (Mr. Turner)
Mike  Leigh - Gran Bretagna/Francia/Germania 2014 - 2h 30'

CANNES 67° - miglior attore protagonista (TYMOTHY SPALL)

   Le sue ultime parole sono state «La luce è Dio», a ribadire il per corso di tutta una vita la spasmodica ricerca per imprigionare su una tela la sua inafferrabile bellezza. Un'ossessione che Turner inseguì per tutta la vita (era nato figlio dl un barbiere nel 1775. morì deriso per «l’involuzione» della sua pittura neI 1851) testardo e determinato, nonostante i favori della società inglese si indirizzassero verso altri soggetti e stili. Tutto questo Mike Leigh lo racconta con una passione e una maestria ineguagliabili, lontano da ogni svolazzo romantico (anzi, quasi facendosi un dovere dl non nascondere i lati più ostici del suo carattere) ma anche con una empatia contagiosa, come se il settantaduenne regista avesse voluto specchiarsi nel (quasi) coetaneo pittore, per rivendicare il diritto/dovere di non seguire le «richieste» del mercato e difendere invece la sua personale e testarda ricerca creativa. Un’identificazione che trova una ulteriore giustificazione nella scelta dl ribaltare la tradizionale scrittura dei film che raccontano i pittori: invece di puntare sugli anni della formazione, spesso i più romantici e travolgenti, quando i futuri grandi lottano col mondo per imporre le proprie idee, Leigh sceglie dl raccontare la seconda parte della vita di Turner quando si è già affermato come un maestro e però continua a inseguire un ideale che sembra continuamente sfuggirgli. Anche a costo d sembrare qualcuno che ha perso la ragione (come dice una giovane - e presuntuosa - regina Vittoria visitando le sale della Royal Academy).
Il film Turner inizia infatti nel 1828, quando la sua pittura è apprezzata e valutata, e prosegue fino alla morte per brevi scene significative, ognuna incaricata di illustrare un aspetto della sua vita artistica e privata. Così conosciamo il suo principale mecenate, lord Egremont (Patrick Godfrey), e la sua sontuosa Petworth House nel Sussex; assistiamo alle diatribe artistiche tra i plenipotenziari della Royal Academy di cui fa le spese chi non accetta i loro ideali dl bellezza, come l'iroso pittore Benjamin Robert Haydon (Martin Savage); ascoltiamo la presuntuosa eloquenza del giovane John Ruskin (Joshua McGuire) grande difensore dell’opera di Turner ma incapace di coglierne il vero e profondo significato.
Mike Leigh non dimentica certo la passione dl Turner per l’osservazione della natura e i suoi viaggi alla ricerca del segreto della luce, così come sottolinea la sua ossessione per la scienza e le sue scoperte, soprattutto per quello che avrebbero potuto influire sul suo lavoro: ce lo mostra mentre spiega, a un consesso che non lo capisce, le sue riflessioni sull'ottica. mentre assiste agli esperimenti della scienziata scozzese May Sommerville (Lesley Manville) e soprattutto quando resta affascinato ma anche impaurito dal potere della fotografia, che proprio in quegli anni si stava diffondendo.
E insieme ci racconta il suo carattere scontroso, il rapporto non certo encomiabile con Sarah Danby (Ruth Sheen), la donna che gli diede due figlie di cui si preoccupò poco o niente, quello con la governante Hannah (Dorodiy Atkinson), tanto devota da accettare in silenzio ogni umiliazione, anche sessuale, e infine quello più appagante con la vedova Sophia Booth (Marion Bailey), che sul finire della vita seppe offrirgli gli ultimi momenti dl pace. Tutto per restituirci il ritratto complesso e affascinante di un pittore geniale e modernissimo, a cui Timothy Spall offre una di quelle interpretazioni che non si dimenticano. Abbandonati i costumi dl Codaliscia nella saga di Harry Potter (e quelli di Winston Churchill per lo spettacolo che inaugurava le olimpiadi d Londra), Spall entra perfettamente in quelli dl Turner. Gli offre la sua recitazione sottile e controllata, aderisce perfettamente a quel misto di orgoglio d'artista e testardaggine popolare che contraddistinguono le sue alzate d’ingegno contro l’establishment (geniale come si prende gioco di Constable alla Royal Academy), capace di essere espressivo e convincente anche quando grugnisce invece di articolare delle risposte…

Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera 





promo

Turner: un grande artista negli ultimi anni della sua vita. Un vecchio particolarmente brutto e scostante, circondato da donne altrettanto malandate, la cui sola ragione di vita è disegnare e dipingere tempeste, naufragi, incendi, nebbiosi paesaggi inglesi, cieli rossi veneziani, selvagge campagne olandesi. Il cinema inglese ha la fortuna di avere grandi attori per i ruoli minori e magnifici protagonisti come Timothy Spall, che qui ci riporta indietro di due secoli, negli abiti sgualciti di Joseph Mallord William Turner. Nel suo studio dipinge, sputa sulla tela per sfumare i gialli solari e i profondi blu con le dita. E nella mostra alla Royal Academy prende in giro l’altro celebre artista del paesaggio, Constable. Un film molto inglese, nella semplicità della storia e, pare, nel rispetto della verità di Turner: le immagini sono magnifiche, magnifica la ricostruzione di luoghi e costumi, rara la capacità di Leigh di farci vedere tempi e luoghi come li vedeva Turner.

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 LUX - marzo 2015

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