Turner (Mr. Turner) |
CANNES 67° - miglior attore protagonista (TYMOTHY SPALL) |
Le sue ultime parole sono state
«La luce è Dio», a ribadire il per corso di tutta una vita la
spasmodica ricerca per imprigionare su una tela la sua inafferrabile
bellezza. Un'ossessione che Turner inseguì per tutta la vita (era nato
figlio dl un barbiere nel 1775. morì deriso per «l’involuzione» della sua
pittura neI 1851) testardo e determinato, nonostante i favori della
società inglese si indirizzassero verso altri soggetti e stili. Tutto
questo Mike Leigh lo racconta con una passione e una maestria
ineguagliabili, lontano da ogni svolazzo romantico (anzi, quasi facendosi
un dovere dl non nascondere i lati più ostici del suo carattere) ma anche
con una empatia contagiosa, come se il settantaduenne regista avesse
voluto specchiarsi nel (quasi) coetaneo pittore, per rivendicare il
diritto/dovere di non seguire le «richieste» del mercato e difendere
invece la sua personale e testarda ricerca creativa. Un’identificazione
che trova una ulteriore giustificazione nella scelta dl ribaltare la
tradizionale scrittura dei film che raccontano i pittori: invece di
puntare sugli anni della formazione, spesso i più romantici e travolgenti,
quando i futuri grandi lottano col mondo per imporre le proprie idee,
Leigh sceglie dl raccontare la seconda parte della vita di Turner quando
si è già affermato come un maestro e però continua a inseguire un ideale
che sembra continuamente sfuggirgli. Anche a costo d sembrare qualcuno che
ha perso la ragione (come dice una giovane - e presuntuosa - regina
Vittoria visitando le sale della Royal Academy). |
Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera |
promo |
Turner: un grande artista negli ultimi anni della sua vita. Un vecchio particolarmente brutto e scostante, circondato da donne altrettanto malandate, la cui sola ragione di vita è disegnare e dipingere tempeste, naufragi, incendi, nebbiosi paesaggi inglesi, cieli rossi veneziani, selvagge campagne olandesi. Il cinema inglese ha la fortuna di avere grandi attori per i ruoli minori e magnifici protagonisti come Timothy Spall, che qui ci riporta indietro di due secoli, negli abiti sgualciti di Joseph Mallord William Turner. Nel suo studio dipinge, sputa sulla tela per sfumare i gialli solari e i profondi blu con le dita. E nella mostra alla Royal Academy prende in giro l’altro celebre artista del paesaggio, Constable. Un film molto inglese, nella semplicità della storia e, pare, nel rispetto della verità di Turner: le immagini sono magnifiche, magnifica la ricostruzione di luoghi e costumi, rara la capacità di Leigh di farci vedere tempi e luoghi come li vedeva Turner. |
LUX - marzo 2015 |