Molto divertente, tra la black comedy e Cechov, con attori magnifici. Protagonista l'erotomane Sam Rockwell che vuole tutte le donne (anche denudandosi in un gabinetto pubblico e aspettandole) e pensa sempre a quello. Non sa chi sia suo padre. Sua madre Anjelica Huston, una rivoluzionaria divenuta folle e incapace di riconoscerlo, sta in una buona clinica privata: per pagarle i conti il figlio nei ristoranti finge di soffocare, e chiede soldi a chi lo aiuta. Non che non lavori: fa la comparsa in un parco a tema sull'America coloniale, ma guadagna poco. Soffocare è una satira della lussuria incontrollata, dei traumi d'infanzia, dell'identità mutilata: ma è commovente l'amore del figlio per la madre severa che non sa chi egli sia e lo tratta malissimo, mentre le altre dementi della clinica cercano di sedurlo o lo accusano delle peggiori infamie. Tratto dal romanzo di Chuck Palahniuk (Mondadori) il film è stato un po' ammorbidito ma resta originalissimo e sarcastico, anche nelle scene in cui il protagonista frequenta un incontro collettivo di salute mentale per curare la propria sessuomania (e finisce col fare sesso nel gabinetto del luogo di riunione). Non guarisce: per lui come per tanti altri, l'ossessione rappresenta il desiderio senza limiti del l'America contemporanea. |
Lietta Tornabuoni - La Stampa |
Sembra
incredibile che dai tempi di
Fight Club,
1999, il cinema si sia dimenticato del prolifico Chuck Palahniuk. Ma forse
non c’è niente di strano, anzi è giusto così. Perché il mondo allucinato e
paradossale dello scrittore che ispirò a Fincher il suo miglior film,
nonché il più incompreso, non “passa” così facilmente dalla pagina allo
schermo. |
Fabio Ferzetti – Il Messaggero |
promo |
Victor è un sex-addicted che tenta di superare la sua dipendenza frequentando le riunioni di una specie di “alcolisti anonimi” del sesso, ma in realtà è in cerca della propria identità, scompensata in gioventù da una madre affettivamente "discontinua" e che ora è afflitta da demenza senile... Partendo da un romanzo di Chuck Palahniu (gia autore di Fight Club) l'esordinete Clark Gregg punta sulla commedia, tralasciando gli aspetti drammatici e grotteschi. Ne esce un film che sa divertire, in un'originale commistione di Cechov e black comedy. Per il protagonista non c'è da aspettarsi una guarigione: per lui come per tanti altri, l'ossessione rappresenta il desiderio senza limiti dell'America contemporanea. |
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LUX
- giugno 2009 |
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