Samba è, sì, collocabile nel filone del cosiddetto feel- good- movie, il «film che ti fa star bene»" (...), però non rinuncia ad assemblare la commedia col dramma e ad alternare episodi delicati o divertenti con altri di un realismo anche duro. (...) stile quasi documentaristico e senza fare sconti allo spettatore in cerca di relax; salvo poi, in perfetta naturalezza, cedere il posto a scene di puro divertimento... Toledano e Nakache dicono che le fortune di Quasi amici sono state l'occasione per poter fare ciò che volevano; e tutto lascia pensare che non stiano bluffando. perché il loro nuovo film «ti fa stare bene» un po' alla maniera di certe opere di Ken Loach: con tenerezza e affetto, ma senza rinunciare ad additare storture e ingiustizie connaturate a società del privilegio quali le nostre. Si potrà obiettare che, alla fine, le barriere sociali non sono un ostacolo all'amore; il che resta tutto da dimostrare... I cineasti sono stati in dubbio tra due esiti da dare al loro film: uno da commedia, l'altro drammatico. Alla fine hanno deciso per una via di mezzo: che ovviamente non è il caso di anticipare, ma che è senz'altro quella più giusta. |
Roberto Nepoti - La Repubblica |
Due solitudini che si
incontrano, è fatta no? Per fortuna no: Nakache e Toledano, ipercampioni
d'incassi con
Quasi amici,
ben sanno che prolungare l'attesa del lieto fine è un imperativo
categorico per chi vuole tenere avvinto lo spettatore. E dunque l'incontro
c'è sì, subito, ma la scintilla scocca molto, molto lentamente. C'è così
tempo per inserire storie e storielle di contorno, gente vera e figurine,
in un 'samba' di sentimenti e situazioni che, tra un dramma e l'altro, non
disdegnano di regalarci qualche sorriso. Il che, con l'aria che tira, è
sempre apprezzabile assai. |
Luigi Paini - Il Sole 24 Ore |
Commedia ancora piena zeppa di problemi per Toledano e Nakache, i quali dopo Quasi amici dirigono un quasi dramma sociale. (...) Tratto dal romanzo omonimo di Delphine Coulin (ben più duro), il quarto film di questo interessante duo registico vede anche una bellissima parte picaresca in cui Samba scappa per i tetti di Parigi in compagnia di un esuberante algerino che si spaccia per sudamericano («Tutto è più semplice se sei brasiliano» una delle migliori battute del 2015) interpretato dall'immenso Tahar Rahim tornato in forma dopo la mezza delusione de Il padre. E molto convincenti i due protagonisti, Charlotte Gainsbourg e Omar Sy... |
Francesco Alò - Il Messaggero |
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Il senegalese Samba (Omar Sy) vive in Francia da 10 anni; ha il cuore d'oro e si mantiene con lavori saltuari; Alice (Charlotte Gainsbourg) è un alto dirigente affetta dalla sindrome da "burnout" e sull'orlo dell'esaurimento. Il destino di Samba, che cerca disperatamente di avere i documenti necessari a ottenere il permesso di soggiorno, si incrocerà con quello di Alice, che invece sta cercando di rimettersi in sesto collaborando con un'associazione di volontariato... Tocchi di sana cattiveria, affondi politicamente scorretti, interpreti efficaci, una questione sociale aperta e sanguinante corretta col buon senso da entertainment. I registi di Quasi amici traspongono ancora una volta un problema civile in un contesto leggero e accattivante. Un 'samba' di sentimenti e situazioni che, tra un dramma e l'altro, non disdegna di regalarci qualche sorriso. |
LUX - maggio 2015 |