da La Repubblica (Paolo D'Agostini) |
Che bella sorpresa questo film di Chris Kraus, regista 44enne. E se
qualche personaggio risente di una certa convenzionalità (il secondino
cattivo Kowalski, la detenuta boss del carcere) tutti gli altri sono
ricchi di sottili sfumature. L'ottantenne insegnante di pianoforte Traude
Kruger che da sessant'anni fa questo in un penitenziario femminile:
rigida, sensibile al talento ma impermeabile (lo è davvero?) alle storie
umane, prova orrore per tutta quella che liquida come musica "negra". Ma
la signorina Kruger ha un passato ingombrante. |
da Liberazione (Boris Sollazzo) |
Musica, maestro. La Germania torna ai fasti degli anni 70, con degli esordienti o quasi. Dopo la splendida nidiata dei Fassbinder, Wenders, Von Trotta e Schloendorff, sono due giovani a entusiasmarci. L'ultimo è Chris Kraus: stasera dovrebbe fare incetta di Lola (gli Oscar tedeschi) con il suo secondo capolavoro. È. Quattro minuti: gli ultimi del film, che si vivono in un'estasiata apnea. Due donne, schiaffeggiate dalla vita, si incontrano grazie alla musica. Frau Traude Kruger (Monica Bleitbreu, madre di Moritz, semplicemente sontuosa) è un'ottantenne con un passato nazista e un presente sempre uguale, vissuto nel ricordo dell'unico inconfessabile amore. E' insegnante di pianoforte nel carcere, che prima era stato il (suo) lager. Ha consacrato la vita alla musica e alla bellezza, senza mai trovarla. Jenny Von Loeben (l'esordiente Hannah Herzsprung, dirompente, ne sentiremo parlare) è una detenuta ex bambina prodigio vittima di atroci abusi nell'infanzia. Un brutale assassinio, commesso o forse solo confessato, le ha spezzato vita e carriera. E' violenta, quanto l'altra è cinica e rigida. Traude vuole riscattarsi, puntando sullo straordinario talento di Jenny. La ama e la umilia terribilmente, la fa rinascere e rischia di ucciderla. La prima ama Schuman, la seconda la musica "negra" (l'hip-hop, suonato con tutto il piano, esaltante). Crudeltà e passione, follia e tenerezza, una regia straordinaria soprattutto nei dettagli, due attrici formidabili. Comprimari, tutti uomini, squallidi. Una storia che racconta l'abisso del male, che comunque, e in questo la figura dell'ottuso e vendicativo secondino (Sven Pippig) è emblematica, non è profondo come quello della mediocrità. Un cinema emotivo ma rigoroso: Kraus (come l'Angelini de L'aria salata) è stato per anni volontario in carcere, la bella e grintosa Herzsprung ha studiato per mesi kickboxing e pianoforte. Non ci resta che fare un inchino a quest'inno: all'arte e alla vita, nonostante tutto. |
cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2007