Il prezzo della gloria (La rançon de la gloire)
Xavier Beauvois
- Francia/Belgio/Svizzera 2014 - 1h 55'


    ... La rançon de la gloire, di Xavier Beauvois, già autore di Des hommes et des dieux con cui quattro anni fa vinse a Cannes il Gran Premio della Giuria, una «commedia all' italiana, agrodolce», come la definisce lo stesso regista. S'ispira a una storia vera, perché «il furto della salma» ci fu effettivamente nel cimitero di Vevey dove Chaplinfilm precedente in archivio venne tumulato, ma sceglie subito un'altra strada, ben visibile del resto nella stessa ambiguità del titolo. Rançon in francese sta per riscatto, materiale oppure morale, ma lo si può intendere anche come prezzo e quanto alla gloria può essere sì il simbolo del caro estinto, gloria cinematografica per eccellenza, ma vale anche per le piccole-grandi glorie che tutti i comuni mortali vorrebbero avere, l' idea di un riconoscimento, una ricompensa. Raccontato con delicatezza, il film poggia per gran parte sulle spalle del bravissimo Benôit Poelvoorde (Eddy), stropicciato e clownesco nell'interpretare un quarantenne ladruncolo belga più a suo agio con bimbi e animali che con la durezza della vita. Roschdy Zem è il mite, disperato Osman e Chiara Mastroianni la giovane padrona di un circo in grado di intuire il lato esibizionistico e infantile di Eddy, uno che sul palcoscenico pub fare la parodia di un gangster da strapazzo, perché quella è la sua vera natura.

Stenio Solinas - Il Giornale

   È possibile fare un film chapliniano su Chaplin? È la scommessa di La Rançon de la gloire (Il prezzo della gloria) di Xavier Beauvois che ricostruendo il furto della salma di Charlot che due poveri cristi fecero pochi giorni dopo la sua morte, nel dicembre 1977, cerca di leggere quel fatto di cronaca come lo avrebbe fatto il grande maestro: due protagonisti maldestri ma insieme patetici, ingenuità e poesia, risate e buoni sentimenti. Ogni tanto qualche «divagazione» a sorpresa (come piace a certa cinefilia transalpina) e un grande ruolo per la musica di Michel Legrand che come nel cinema muto (e nei film di Chaplin) si prende il compito di «spiegare» certe svolte narrative al posto delle parole (qui addirittura sovrastandole). Tutte intenzioni eccellenti che però finiscono per sottolineare ancora di più la differenza tra questo film e quelli di Chaplin, nonostante gli encomiabili sforzi di Benoît Poelvoorde (uno dei due «sequestratori», con Roschdy Zem) per ritrovare l'anima del clown vagabondo.

Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera


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Vevey, una piccola città svizzera, sul finire degli anni Settanta. Eddy, quarantenne Belga con il vizio dell'alcool, esce di prigione. Ad attenderlo c'è il suo amico Osman che gli chiede di badare alla figlia di sette anni, in cambio dell'ospitalità. È il periodo di Natale e alla TV viene annunciata la morte di Charlie Chaplin e la grandezza della sua eredità. Eddy ha un'idea folle, ovvero quella di trafugare, insieme con Osman, la bara di Chaplin e chiedere così un riscatto alla famiglia. È possibile fare un film chapliniano su Chaplin? E' la scommessa di Xavier Beauvois. Raccontato con delicatezza, Il prezzo della gloria poggia per gran parte sulle spalle del bravissimo Benôit Poelvoorde, stropicciato e clownesco. Come il film.