Ovosodo
Paolo Virzì - Italia 1997 - 1h 43'

VENEZIA 1997: Gran Premio Speciale della Giuria

    La storia di Ovosodo parte dal rione di Livorno del titolo, un quartiere popolare dove vive Piero, di bassa estrazione sociale, ma di intelligenza sveglie e buona verve letteraria. Tra una prof. che gli fa da seconda madre e un amico di Liceo che lo inizia alla cultura alternativa ma anche allo snobismo della Livorno più emancipata, Piero incarna la volontà di riscatto dei giovani proletari, le incertezze romantico-poliche di una generazione, l'amaro immobilismo delle classi sociali.
Ora se il raccontino è stimolante (c'è un po' di deja-vu anni primi '90, un occhio al sociale e al politico, ingenuità e sensualità in dosata misura) la domanda è: che ci faceva un furbastro epigono di Pieraccioni in una mostra d'arte cinematografica? E visto che oltre che di arte si parla di cinema, anche volando bassi, qual è l'idea di cinema che vende Virzì con il suo
Ovosodo? Una storiella che sta in piedi a Livorno come dovunque, una sequela di battute che strappano la risata toccando ora la satira ora la banalità ed una struttura filmica di un'esilità sconcertante che ancora una volta si affida all'espediente della voce narrante, che ormai non è una scelta stilistica ma un comodo tappabuchi quando manca un progetto narrativo organico e funzionale. Un giudizio pesante vero? Ma non credano i tanti spettatori che divertiti escono da Ovosodo di trovarsi di fronte alla solita diatriba stroncatura della critica-gradimento del pubblico. Noi denigratori di questo
film precedente in archivio Virzì film successivo in archivio siamo in pochi, anche al festival molti colleghi l'hanno apprezzato, ma se l'inserimento in concorso è forse stato giusto nel panorama della produzione italiana, da questo a tributargli il Premio speciale della giuria, beh ce ne vuole...

ezio leoni - TELECHIARA - speciale Venezia ottobre 1997