Niente da dichiarare (Rien à déclarer)
Dany Boon
- Francia/Belgio 2011 - 1h 45'

  Dany Boon è l'autore di quel Giù al Nord che nel 2008 si qualificò in patria come il maggior incasso assoluto, ispirando un remake italiano, Benvenuti al Sud, di enorme successo. Ora l'attore/sceneggiatore/regista prova di nuovo a ironizzare sui pregiudizi culturali che continuano a dividerci, se non ad armarci gli uni contro gli altri, a dispetto della globalizzazione. [...] Intrecciando lo spunto romantico a quello di un traffico di droga gestito da un gruppetto di balordi, il film procede sulla falsariga di certe commedie francesi anni '60: cura formale, buoni interpreti, battute godibili, gag (quasi sempre) garbate, ma con un umorismo giocato più sugli stereotipi che su una satira incisiva.

Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa

  1 gennaio Nella primavera del 1986, Ruben Vandevoorde, un doganiere belga severo e sciovinista animato da un fervido odio anti-francese, vive con disperazione l'annuncio della chiusura delle frontiere europee. Sette anni dopo, alla vigilia della definitiva cancellazione delle dogane sul confine fra Francia e Belgio, Ruben trascorre le ultime ore di vita della frontiera dando sfogo a tutto il suo spirito nazionalista e tormentando i frontalieri francesi. Dall'altra parte del confine, tutti i vigilanti francesi odiano e temono a loro volta il razzista Vandevoorde e la sua pericolosa indisponenza. In modo particolare, lo teme il mite poliziotto Mathias Ducatel, innamorato di sua sorella e determinato a sposarla. Nel momento in cui viene deciso di creare una pattuglia di dogana mobile franco-belga per debellare un ingente traffico di droga, Mathias decide di far squadra con Vandevoorde per conquistare un posto nel cuore dell'arcigno francofobo e ottenere il suo beneplacito a entrare a far parte della famiglia.
Per chi ha trovato uno straordinario successo “scendendo” a Nord e giocando con calembour e idioletti, è normale continuare a muoversi lungo i sicuri confini degli stereotipi culturali. Quegli stessi stereotipi tanto facili da prendere in giro quanto da ricreare, linguaggio universale che ha il vantaggio di guardare al folklore ma saper colpire le umane debolezze. Dany Boon è un maestro di questo tipo di comicità “di confine”, cercando ogni volta quelle barriere più spesse e dure con le quali divertirsi a giocare come un mimo di strada con un muro invisibile. Come il precedente Giù al nord, anche Niente da dichiarare parte da un contesto minuscolo e provinciale come quello della sottile linea che separa il Nord-Pas de Calais dalla Vallonia ma guardato da una prospettiva talmente larga e popolare da potersi declinare in tanti diversi contesti (un remake italo-svizzero ambientato a Lugano? Un conflitto fra americani e canadesi alle Cascate del Niagara?). [...] Nel tornare indietro ai primi anni Novanta, Boon si diverte a raccontare l’abolizione delle dogane all’interno dell’Unione Europea come un periodo così vicino eppure così lontano mentalmente e tecnologicamente. Sembra un secolo fa che l'informatica e le nuova telefonia abbattevano le distanze e creavano nuovi villaggi globali allora impensabili. Da cui il messaggio evidente: ogni innovazione ed evoluzione è tanto apparentemente complessa quanto semplice e indolore, e così come in meno di vent’anni si è rivoluzionato il nostro approccio a computer e telefonini, così si possono abbattere con la stessa semplicità anche i pregiudizi più atavici. […]
Giù al Nord era “solo” una novella candida dal messaggio retorico ed elementare, ma quell’immediatezza, quell’innocenza surreale ed eterea che lo rendeva una storiella leggera e universale, qui in parte si perdono strutturandosi in una commedia più adulta (anche visivamente), dove subentrano anche violenza (e volgarità): ci sta un francese, un belga e un messaggio consolatorio...

Edoardo Becattini – mymovies.it

promo

1993. All'atto di nascita della Comunità Europea, la convivenza tra francesi e belgi si fa sempre più insofferente. Ne danno prova i due agenti della dogana Ruben Vandevoorde (belga) e Mathias Ducatel (francese) che, loro malgrado, si vedono costretti a lavorare fianco a fianco pattugliando le strade di campagna del confine franco-belga. Dany Boon ci riprova, e sull'onda del successo travolgente di Giù al Nord, ci propone una commedia leggera, tutta protesa a ridicolizzare i pregiudizi culturali e razziali che animano ogni comunità attraverso stereotipi e sketch divertenti.

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