Nel nome del padre
(In
the Name of the Father) |
"Quando uscirai di qui devi riabilitare
il mio nome". Furono le ultime parole, rivolte al figlio Jerry
da Giuseppe Conlon, morto in una prigione inglese nell'agosto del 1980.
La sua storia di uomo libero si era interrotta nel 1975, quando era diventato
per la giustizia britannica uno dei capri espiatori nella lotta al terrorismo
dell'IRA. Sul finire del '74 una bomba aveva devastato un pub a Guilford,
nelle vicinanze di Londra, e la polizia, esasperata, si era mossa con categorica
e superficiale "efficienza". Furono così arrestati alcuni
giovani irlandesi (senza fissa dimora né alibi inconfutabili) ai
quali, dopo incalzanti e violenti interrogatori, fu estorta una confessione-capestro.
Tra loro fu individuato come leader Jerry Conlon, che la famiglia aveva
mandato a Londra proprio per timore della tensione di Belfast, ove la sua
spavalderia di delinquente di strada l'aveva portato a scontrarsi più
volte con i rappresentanti dell'IRA. In un clima arroventato ed intimidatorio
vennero catturati come complici anche alcuni suoi parenti, tra cui il padre,
Giuseppe. Al processo le condanne furono "esemplari" e padre
e figlio si ritrovarono nella stessa cella ad aspettare la fine dei loro
giorni. Non valsero né il ricorso in appello né l'arresto
di alcuni veri terroristi che confessarono tra i loro crimini anche l'attentato
di Guilford. Jerry e Giuseppe restarono dietro le sbarre a scoprire la
brutalità del carcere e lo squallore di un'esistenza vuota di speranze
e carica di rancori. "Mi aiutò a sopravvivere soprattutto
mio padre Giuseppe, con la sua forza, con la sua determinazione a lottare
per la verità. Ho conosciuto mio padre solo in prigione, prima lo
vedevo di sfuggita come tanti ragazzi della mia età con la testa
piena di voglia di vivere e di rock'n'roll. E' strano, non l'ho mai sentito
tanto vicino come dopo la sua morte. La sua faccia, su cui non c'era mai
la paura, non mi ha più lasciato". |
ezio leoni - La Difesa Del Popolo 20 marzo 1994 |