Un mondo senza pietà
(Un mond sans pitié) |
Hippo ha quasi trent'anni ma non pensa né
a studiare né a lavorare, a suo agio nel bighellonare qua e là
per Parigi, pago della disillusione che accompagna il suo mondo senza pietà
e senza emozioni. Erich Rochant, alla sua opera prima, riesce a descrivere
con naturalezza un campione generazionale di annoiata esistenzialità,
insinuando nei toni della commedia l'amara analisi del disagio giovanile:
"Hippo non conosce il senso di colpa né il giudizio degli
altri. Non ha nessuna ideologia, non crede a nulla. La sua forza sta nella
mancanza di ambizioni, il suo coraggio è la volontà di non
desiderare niente... Ma la realtà riprende sempre il sopravvento".
L'incontro con Nathalie sconvolge l'equilibrio sornione dell'eroe. Lei è un tipo ben diverso, decisa ed efficiente. Ma Hippo, scoperto l'amore, getta tutte le sue energie nel loro rapporto, si abbandona ad un'ingenua tenerezza, un sentimento a rischio se il lieto fine non è garantito... "Quanto più spietato è il mondo, tanto meno ci resta da fare oltre ad amare. Vale a dire farsi prendere, farsi sbattere, e aspettare come un fesso che il telefono suoni. E quando ci si fa piantare non si può neanche più annegare il dispiacere nella rivoluzione. Non c'è da farne un dramma, ma un film sì" . e.l. pieghevole LUX settembre/ttobre 1990 Premio della Settimana della critica - VENEZIA 1989 |
1989 - Un
mondo senza pietà
(Un mond sans
pitié) LUX cinema invisibile - minipersonale di Eric Rochant ottobre/dicembre 1997 |