Un giorno di
vita di Adolf Hitler, Eva Braun, Martin Bormann, Josef Goebbels e
sua moglie Magda, nel ritiro di Berchtesgaden, sulle Alpi
bavaresi. Sokurov
non si tira indietro di fronte a nessun
progetto per impervio che sia. Artista del cinema, il solo capace
oggi di dipingere una scena sullo schermo, nei suoi lavori (siamo
ormai a più di trenta ,titoli, tra i film di finzione, le "elegie",
i documentari e i cortometraggi), inventa anzitutto un luogo, un'atmosfera,
degli impasti di colore e di suoni dentro i quali immergere le
sue figure, deformarle, sottoporle a esperimenti visivi e
torsioni interiori (Madre e figlio)...
Dice Hitler, alla fine, prima di tornare giù, nel mondo: "La
peste sarà presto scomparsa. Vinceremo la morte". Eva
Braun gli risponde: "Come puoi dire una cosa simile? La
morte è la morte. E invincibile". Sogno del dittatore
è vincere, sempre e tutto, anche la morte. (Siamo nella
primavera del 1942: l'autunno di Stalingrado non è poi tanto
lontano.) Sokurov mette a confronto la maniacale volontà di
potenza del Fúhrer con la sua immagine minima, i battibecchi con
l'amante, l'ipocondria e le sue stupide grandi idee... Eva vive
col mostro e lo ama. Sa che è potente e che non vale nulla:
"...E anche se tu fossi meno di niente? Io ti amo con tutte
le tue debolezze e tutta la tua nullità. Puoi continuare ad
essere meno di niente".
Sokurov non ha bisogno di prendere distanze o emettere condanne.
Basta un accenno: a Hitler che, dopo aver visto un film, se ne
dimostra disgustato e vorrebbe distruggerlo, Eva chiede: "Vuoi
mandare la troupe ad Auschwitz?". E lui: "Dove?".
Nel nido sulle cime non si parla di guerra e di sterminio. Gli
affari mondani, dopo. Chiede ancora Adi (come lo chiama
affettuosamente Eva) lei) mentre si cena, tanto per fare una
battuta: "Qualcuno vuole un po' di tisana di cadavere?".
La bella compagnia discute, ride, balla, esce a fare un picnic,
ci si lanciano battute, ci si odia e disprezza. E le immagini
sono verdastre, affogate in una luce scialba, annegate in un
colore viscido, in una nebbia cimiteriale. Il rifugio di Hitler,
Eva, Bormann e Goebbels è luogo di putrefazione, è un mausoleo
nazista. Sokurov, col suo cinema artigianale e artistico,
distrugge Hitler e ogni altro Moloch. |