Il ministro - L'esercizio dello Stato
(L'exercice de l'Etat)
Pierre Schoeller
–
Francia/Belgio
2011
- 1h 52' |
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miglior attore non protagonista
miglior sonoro
miglior sceneggiatura originale |
Il
regista francese Pierre Schoeller racconta la storia personale e politica
di un ministro dei trasporti di un governo conservatore. Saint-Jean (un
magnifico Olivier Gourmet) non è né un eroe né un intransigente moralista,
piuttosto un politico pragmatico e moderato, dotato di una notevole dose
di coerenza e onestà. La sua opposizione al piano di liberalizzazioni lo
isola progressivamente non soltanto dai colleghi di governo, ma anche al
cospetto di un’opinione pubblica non così difficile da manipolare. Stretto
all’angolo, si rende conto che non troverà nessun alleato per la sua
difesa dell’interesse comune. Neppure fra i cittadini, ormai in preda agli
astratti furori di un’antipolitica per cui “tanto sono tutti uguali”.
Avvincente, ricco di colpi di scena da non raccontare, condotto sul filo
di una spietata analisi dello stato delle cose, Il ministro (prodotto dai
fratelli Dardenne)
è uno dei rarissimi film sulla politica a non cedere mai alla voglia di
semplificare di un pubblico ingannato dalle facili equazioni dei
demagoghi. |
Curzio Maltese - La
Repubblica
|
...Il
film di Schoeller potrebbe trovare perfetta ambientazione tra i marasmi
della nostra piccola patria, tanto è forte il suo mandato politico,
restituito con uno sguardo straniato e straniante, capace di porre lo
spettatore in una condizione di perenne disturbo, vittima di una
sensazione perdurante di cataclisma e apocalisse. D'altronde Schoeller,
autore della sceneggiatura, fa di tutto per minare la stabilità della
narrazione, delegando fin dall'inizio a un'ouverture onirica il compito di
avvolgere la scena più che realistica in un manto metaforico... |
Dario Zonta - L'Unità |
L'esercizio
dello Stato
si apre con un sogno di
Bertrand Saint-Jean (Olivier Gourmet). Una donna nuda attraversa un salone
in cui uomini mascherati apparecchiano simboli di potere. La attende un
coccodrillo con la bocca orridamente spalancata, e lei ci si infila come
se la penetrasse. O forse ne è inghiottita, risucchiata. Bertrand è un
uomo politico in senso pieno. Non è un arrivista né un mentitore cinico. O
meglio, non è solo questo. C'è in lui un'immagine alta della funzione
pubblica, un'immagine che resiste alle mere tentazioni del potere e al
disincanto con cui guarda il mondo. E c'è in lui il senso francese dello
Stato e della dignità di chi lo serve. Lo stesso vale per Gilles (Michel
Blanc), il suo capo di gabinetto. Entrambi si sono formati all'Ena, l'École
nationale d’administration. Sanno dunque d'appartenere a una élite, e
vivono questa appartenenza sia come privilegio sia come responsabilità.
Pierre Schoeller s'è tenuto lontano dalla semplificazione antipolitica e
populistica cui la miseria dei tempi ci ha abituato. Del potere ha dunque
scelto di raccontare la complessità. Il suo ministro dei trasporti è
solerte, efficiente. Lo è quando accorre sul luogo di un gravissimo
incidente, e lo è quando si oppone alla decisione del suo governo di
privatizzare le stazioni ferroviarie. Sorretto da uno staff di
comunicatori, sempre si preoccupa che il suo attivismo sia testimoniato da
radio, televisioni, giornali. Il suo non è solo cinismo, appunto. Ma lo è
anche. Che rassicuri lavoratori o che pianga bambini morti, per lui tutto
merita fatica, forse addirittura impegno ideale. E allo stesso tempo tutto
è occasione per salire, per prevalere. Lo è anche a costo di contraddire
quello in cui crede. Al centro di
Il ministro
c'è comunque il corpo onnipresente di Bertrand: il suo corpo sempre in
corsa da una parte all'altra del Paese, il suo corpo in perenne solitudine
- una solitudine cercata e costruita come strumento di difesa e attacco,
ma poi sinceramente sofferta. In fondo, il potere ha in sé molto di
corporeo e carnale, come fosse desiderio di possedere e penetrare una
totalità pericolosa ed esaltante, e insieme voluttà d'esserne posseduti,
risucchiati. Detto altrimenti, è desiderio di vincere per fare, ed è
voluttà di abbandonarsi al puro gusto di trionfare. Il valore di
Il ministro
sta nella capacità di Schoeller di mettere in scena questa complessità. |
Roberto Escobar -
L'Espresso |
promo |
Servire lo Stato, dedicargli i propri anni migliori, mettere da
parte i propri interessi e i propri affetti per dedicarsi solo
allo svolgimento delle proprie mansioni: più che un lavoro sembra
essere una missione, con un costo molto alto da sostenere. Lo sa
bene Bertrand Saint-Jean, ministro dei trasporti, che in piena
notte viene svegliato per risolvere un’emergenza. Un bus è
precipitato in un burrone e solo lui può coordinare i soccorsi.
Avvincente, ricco di colpi di scena ecco un film che non cede mai
alla voglia di semplificare. Dalla parodia della sitcom a stralci
di tg, dal thrilling dei fatti all’astrazione allucinata della
fiaba la regia ben costruisce la tragedia di un uomo ridicolo,
frantumato, un’esperienza nevrotica e schizoide, traghettando il
racconto in territori stranianti. Deve avere amato Il divo, Pierre
Schoeller... |
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LUX
- maggio 2013
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