Hard Boiled
in Los Angeles
( minirassegna
Lux - giugno/luglio 98)
Marlowe, il poliziotto
privato (Farewell, My Lovely) |
da Il millefilm (Tullio Kezich)
E' una rivisitazione del miglior libro di Raymond Chandler, Addio mia amata: già portato sullo schermo due volte, nel '42 da Irving Reis in The Falcon Takes Over (con George Sanders) e nel '44 da Edward Dmytryk in L'ombra del passato, che trasformò da un giorno all'altro un song and dance man come Dick Powell in un forte attore drammatico. C'è perfino chi sostiene che il film di Dmytryk battè Il mistero del Falco di John Huston come capolavoro assoluto del poliziesco nero stile anni quaranta. Certo era un modello difficile da eguagliare e ci si è messo Richards, un regista tutto americano come già appariva dal suo primo film: Fango, sudore e polvere da sparo. Il risultato è tale che Marlowe il poliziotto privato farà piangere di gioia i frequentatori del cinema d'essai: questa Los Angeles che il Private Eye percorre con passo un po' stanco, alla ricerca di una donna per conto di uno strano cliente, sembra ricalcata da un film d'epoca, a parte i colori sapientemente squallidi della fotografia di John Alonzo (lo stesso operatore che pedinò un altro poliziotto privato in Chinatown di Polanski). Certo Robert Mitchum ha 20 anni e 30 chili in più di Marlowe come lo immaginò Chandler (che pensava, allora, a Cary Grant), uno sguardo più stanco, un cinismo più disincantato: esprime più nettamente insomma la sfiducia che la sua inchiesta, per quanto condotta da professionista, abbia la possibilità di cambiare qualcosa nel mondo che gli sta attorno. Chi è stato giovane con Marlowe avrà un motivo di più per rispecchiarsi nel personaggio; chi lo incontra solo ora, gli vada incontro con fiducia: ne vale la pena!