Più
divertente che deprimente, nonostante il tema,
Look
Both Ways
è uno di quei film dai quali si esce migliori: più inclini a riflettere
sulle strettoie dell’esistenza, sulle paure legate alle malattia e alla
morte, sul modo di reagire alle sorprese del destino. «Le cose
capitano» sentiamo dire; e certo la regista australiana Sarah Watt,
che viene dall’animazione e non rinuncia a usarla con estro sia pure in un
contesto di attori in carne ed ossa, non si nega niente sul fronte
“catastrofi”. Tutto si svolge tra venerdì e domenica. Nick, fotoreporter
abituato a rischiare la vita nei teatri di guerra, scopre di avere un
cancro forse in metastasi; Meryl, illustratrice per l’infanzia, sta
tornando dai funerali del padre e “vede”, immaginandoli disegnati,
pericoli dappertutto; Andy, giornalista insoddisfatto e vanesio, già padre
di due figli, viene a sapere che la sua nuova ragazza, Anna, è incinta. Le
tre storie si intrecciano con una quarta, ancora più triste: giocando col
cane, un giovanotto sposato è finito sotto un treno merci, e il
conduttore, ancorché innocente, sembra sul punto di crollare. Il titolo
metaforico, sebbene desunto da un cartello stradale (“Guarda in entrambe
le direzioni prima di passare”), rende bene il clima di bizzarra attesa
nel quale si muovono i personaggi: facce e corpi normali, squisitamente
anglosassoni, alle prese con umanissime angosce, tra visioni mortifere,
situazioni buffe, compleanni in famiglia. Un film che tocca, lavora
dentro, risolleva lo spirito (e usa bene le canzoni).
Paola Casella –
Europa
PUZZLE-MOVIE:
film a destini incrociati
cinema
invisibile
TORRESINO
ottobre-dicembre 2009