Joe
David Gordon Green - USA 2013 - 1h 57’

Venezia 70- Concorso
premio Mastroianni giovane attore emergente

   Gary Jones ha quindici anni e un padre alcolista che 'picchia duro'. Costretto a cambiare paese con la madre e la sorella per le intemperanze del genitore, il ragazzo arriva in una cittadina del Texas deciso a trovare lavoro e a proteggere la parte sana della sua famiglia. Assoldato da Joe Ransom, un uomo generoso coi deboli e aggressivo con gli arroganti, Gary trova pace e consiglio al suo fianco. Ex detenuto col vizio della birra e delle belle signore, Joe è noto alla polizia e inviso a un vecchio rivale che non smette di provocarlo rivelandone la natura collerica. Natura che sembra acquietarsi davanti allo sguardo azzurro e pulito di Gary, che non smette di provarci e di sognare un futuro migliore. Accomunati dallo stesso cuore, crescono insieme, tra abeti 'avvelenati' e dentro un pick-up. Ma il mondo fuori non smette di tormentarli e di chiedere loro il conto.
Trasposizione del romanzo omonimo di Larry Brown, Joe è la storia di una scoperta. La messa in scena di uno sguardo accecato molto tempo prima che impara di nuovo a vedere, lo sguardo di un 'padre' su un figlio ma pure, reciprocamente, lo sguardo di un figlio su un padre. Nell'America rurale, dove l'umanità sembra costretta a convivere con la sua parte peggiore, un uomo e un ragazzo si incontrano e camminano insieme verso la redenzione. Perché diversamente da Cronenberg (A History of Violence), David Gordon Green contempla la possibilità dell'innocenza e la possibilità di cancellare il proprio passato meritandosi una dannata seconda occasione. Nonostante un villain ottuso, un poliziotto ostinato e un altro indulgente, nonostante le forze incomprensibili e le pulsioni ancestrali, il protagonista di Nicolas Cage, che porta il suo passato nell'ardente perturbabilità del suo sguardo, prova a sedersi nella mensa del vivere 'civile' e a sperimentare una paternità simbolica. Partendo dalle proprie insufficienze, Joe non si offre a Gary come esempio ma come riflesso e riflessione consapevole dentro un paesaggio naturale sempre più selvaggio dove gli alberi, come i figli, vengono avvelenati e poi abbattuti. Feriti nel corpo e nell'anima, Joe e Gary hanno bisogno l'uno dell'altro e sono capaci di riconoscerlo e di riconoscersi, capaci di guardarsi e di trovare conforto nelle reciproche solitudini.
La vicenda di Joe, che si risveglia alla sua vera natura ogni qualvolta la minaccia entra in gioco, è frutto di una messa in scena che lavora su un passato sepolto senza mai fare ricorso all'uso didascalico del flashback e di un lavoro di attore dal volto fino a ieri inviolabile. Prossimo nel carattere al cattivo tenente di Herzog, Cage interpreta un personaggio incontinente che procede per la sua strada tra prostitute, neri, cani e reietti, scoprendo la primavera e la potenza salvifica dell'amore. Gordon Green, che frequenta con disinvoltura commedie e drammi indipendenti, realizza il suo soggetto nella maniera più lineare possibile, rivelandoci che il domani del mondo potrebbe in fondo non essere così oscuro. Trasparente metafora del sogno americano, Joe non si trasforma mai in un incubo, scartando all'ultimo momento l'atto d'accusa all'America e alla sua cultura della frontiera. Il senso più profondo della forza e della sopraffazione resta in superficie, soffocando l'inquietudine selvaggia incarnata da Nicolas Cage e Tye Sheridan e le dinamiche perverse prodotte dalla violenza. Violenza che si 'suicida' giù da un ponte, rigenerando un figlio e un padre (ideale) finalmente ritrovati nell'amore e nel lavoro che dà forma al mondo, che trasforma la materia, che realizza l'impresa e genera il futuro.

Marzia Gandolfi - mymovies.it

   Joe briga per redimersi, e lo stesso vale per Cage: dopo innumerevoli prove 'alimentari', qui soffre e lotta per ritrovare l'attore che fu, con esiti positivi. Lo spunto offerto dal romanzo di Larry Brown, alla regia il buon artigiano David Gordon Green, 'Joe' parte in medias res (nulla sappiamo del passato criminale del Nostro) e affonda i colpi nell'America orfana di padri, senza valori ma non doma. Produzione indie, ma non la confezione!

Federico Pontiggia - Il Fatto Quotidiano




promo

Un avvincente connubio di amicizia, violenza e redenzione esplode nei selvaggi boschi del sud. L'ex detenuto Joe Ransom è un uomo collerico con una vita dura alle spalle, che sta solo cercando di dominare il proprio istinto a cacciarsi nei guai. L'incontro con Gary Jones, un ragazzino sfortunato, risveglierà in lui il fiero protettore dal cuore tenero mettendolo, però, di fronte a una scelta che potrebbe essere motivo di riscatto o di rovina... Il regista David Gordon Green gioca a tinte plumbee su un registro di miserabilità che si ravviva grazie alle convincenti prove degli attori: Nicolas Cage se la cava più che bene nella parte di un uomo in lotta con se stesso, ma ansioso di redenzione, in cui un ragazzo trova il proprio padre d'elezione. Però è anche migliore il giovanissimo Tye Sheridan, vincitore del premio Mastroianni alla 70 Mostra di Venezia.

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 LUX - ottobre 2014

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