Venezia 67 - Giornate degli autori
Fila all’ingresso, sala esaurita, liberatorio applauso finale. Incendies di Denis Villeneuve è già film rivelazione qui al Festival. Una scoperta delle Giornate degli autori, una pellicola canadese intensa ed emozionante che parte enigmatica e cresce avvincendo lo spettatore con un testo cinematografico duro, complesso e di sofferta umanità. Le prime immagini mostrano dei ragazzini (palestinesi?) ammassati in una stanza mentre vengono tosati loro i capelli. Sporchi, laceri. La macchina da presa si ferma, in primo piano, sui loro volti, il crescendo sonoro dei Radiohead invade lo schermo. Un cambio repentino e siamo nello studio di un notaio canadese che legge un testamento a Jeanne e Simon, una coppia di gemelli ventenni che rimangono perplessi e infastiditi di fronte alle volontà della madre. Non ultime quelle di rintracciare il loro padre e, sorpresa del momento, il loro fratello.
Difficile raccontare in poco spazio la complessità di Incendies, ma sarebbe anche scorretto poiché il meccanismo ad orologeria che fa esplodere ha in serbo tragici flash-back, dinamiche investigative sconcertanti ed amarissime conclusioni esistenziali. Basti sapere che il passato che ritorna alberga nel conflitto mediorientale, che il sotterraneo percorso d’amore che accompagna lo straziante calvario di Nawal Marwan (la madre, una bravissima Lubna Azabal) vedrà come momenti topici, l’eterna faida etnica ai confini del Libano, la brutalità e le stragi dell’estremismo religioso, le vendette e gli attentati di parte araba, l’orrore a tutto tondo della guerra e quello infido delle carcerazioni e delle torture.
In un montaggio parallelo di armoniosa complessità Incendies non lascia tregua allo spettatore e i colpi di scena hanno la violenza sconvolgente (ma non esibita) dello stupro, di una paternità da rifiutare con orrore, di una beffa del destino al limite della verosimiglianza, di un dolore profondo e di un amore indomito racchiuso in poche lettere rivelatrici, di una speranza di pace ribadita dal quarantatreenne Villeneuve: «Incendies insegna che serve un terzo interlocutore, tra due contendenti, per liberarsi dagli odi che affondano le radici nel passato. L’altro è lo specchio, la salvezza. Affermando che “niente è più bello che stare assieme” la protagonista si rifiuta di lanciare accuse a chicchessia e invita invece alla responsabilizzazione». Parole e immagini che incendiano l’anima. |
ezio leoni - La Difesa del Popolo - gennaio 2011 |
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Jeanne e Simon, una coppia di gemelli ventenni, rimangono perplessi e infastiditi di fronte al testamento della madre e alle sue volontà. Non ultima quella di rintracciare il loro padre e, sorpresa del momento, il loro fratello.... Il meccanismo ad orologeria che segna il racconto ha in serbo tragici flash-back, dinamiche investigative sconcertanti ed amarissime conclusioni esistenziali. Una pellicola intensa ed emozionante che parte enigmatica e cresce avvincendo lo spettatore con un testo cinematografico duro, complesso e di sofferta umanità. Da non perdere. |
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