In Good Company
Paul Weitz - USA 2004 - 1h 49'


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da Film Tv (Pier Maria Bocchi)

        Papà Dan ha una bella figlia adolescente, Alex, un altro bimbo in arrivo e un sereno matrimonio. Ha pure un buon posto, perlomeno fino a quando i boss non decidono di rivoluzionare tutto, anteponendogli un capo, Carter, che ha la metà dei suoi anni. I tagli del personale fioccano, gli stipendi si assottigliano. Poi Carter decide di mettersi con Alex, e Dan si incavola. Ma non andrà come previsto. Quella che poteva essere una lotta impari tra generazioni e modi di vita, diventa invece una collaborazione contro le corporazioni e l'imperialismo di mercato. Una commedia umana, In Good Company, che prende strade abbastanza sorprendenti. Il nocciolo è la celebrazione della buona famiglia americana e dell'uomo dai sani valori, però intorno c'è dell'altro, la progressiva consapevolezza di un'inadeguatezza, per esempio. Dan e Carter, alla fine, vincono contro i potenti (ottima la sequenza col cameo di Malcolm McDowell, peraltro non accreditato), ma il secondo in verità fallisce, come boss, come fidanzato, come "nuovo uomo". E non gli resta che lasciare tutto. Mica male, per un filmetto che onora i beceri principi del familismo. Bravo Ouaid, e straordinario Topher Grace, dal ruolo difficile che fa l'intero film. In colonna sonora, brani cool di Damien Rice e Iron & Wine.

da La Repubblica (Paolo D'agostini)

       Non è che il film di film precedente in archivio Paul Weitz film successivo in archivio In Good Company sia un capolavoro, però è una discreta commedia forte in particolare di due qualità: la scelta di un tema interessante, quella dell'emarginazione di un cinquantenne, e la buona e credibile performance del protagonista Dennis Quaid, un attore rimasto sempre un po' in seconda linea che qui sa dare vita, passione e spessore umano, con un'alternanza calibrata di toni tra lo stupore, la rabbia, la frustrazione e la dignità, a un personaggio piuttosto ben congegnato di "uomo dal vestito grigio" dei nostri tempi. Dan saluta i suoi 51 anni tra le soddisfazioni del suo incarico di venditore di spazi pubblicitari per un popolare settimanale sportivo, l'ambita ammissione di sua figlia (Scarlett Johansson) a un'esclusiva università, e l'imprevista notizia della nuova e tardiva gravidanza di sua moglie. Sarà più faticoso far quadrare i conti ma Dan è felice. Fino a quando l'azienda non viene assorbita da una multinazionale che mette al suo posto l'insopportabilmente arrogante quanto incompetente e insicuro Carter, appena ventiseienne. La commedia si arricchisce di un altro risvolto: oltre al posto Dan si vede soffiare anche la figlia, irretita dal giovanotto. Il personaggio di Carter e il suo interprete Topher Grace sono approssimativi e caricaturali. Ma restano validi gli apprezzamenti per la scelta tematica ben sostenuta dall'interpretazione principale.

TORRESINO - aprile/maggio 2005