Papà
Dan ha una bella figlia adolescente, Alex, un altro bimbo in arrivo e un
sereno matrimonio. Ha pure un buon posto, perlomeno fino a quando i boss
non decidono di rivoluzionare tutto, anteponendogli un capo, Carter, che
ha la metà dei suoi anni. I tagli del personale fioccano, gli stipendi si
assottigliano. Poi Carter decide di mettersi con Alex, e Dan si incavola.
Ma non andrà come previsto. Quella che poteva essere una lotta impari tra
generazioni e modi di vita, diventa invece una collaborazione contro le
corporazioni e l'imperialismo di mercato. Una commedia umana,
In
Good Company,
che prende strade abbastanza sorprendenti. Il nocciolo è la celebrazione
della buona famiglia americana e dell'uomo dai sani valori, però intorno
c'è dell'altro, la progressiva consapevolezza di un'inadeguatezza, per
esempio. Dan e Carter, alla fine, vincono contro i potenti (ottima la
sequenza col cameo di Malcolm McDowell, peraltro non accreditato), ma il
secondo in verità fallisce, come boss, come fidanzato, come "nuovo uomo".
E non gli resta che lasciare tutto. Mica male, per un filmetto che onora i
beceri principi del familismo. Bravo Ouaid, e straordinario Topher Grace,
dal ruolo difficile che fa l'intero film. In colonna sonora, brani cool di
Damien Rice e Iron & Wine. |
Non
è che il film di
Paul Weitz
In Good Company
sia un capolavoro, però è una discreta commedia forte in particolare di
due qualità: la scelta di un tema interessante, quella dell'emarginazione
di un cinquantenne, e la buona e credibile performance del protagonista
Dennis Quaid, un attore rimasto sempre un po' in seconda linea che qui sa
dare vita, passione e spessore umano, con un'alternanza calibrata di toni
tra lo stupore, la rabbia, la frustrazione e la dignità, a un personaggio
piuttosto ben congegnato di "uomo dal vestito grigio" dei nostri tempi.
Dan saluta i suoi 51 anni tra le soddisfazioni del suo incarico di
venditore di spazi pubblicitari per un popolare settimanale sportivo,
l'ambita ammissione di sua figlia (Scarlett Johansson) a un'esclusiva
università, e l'imprevista notizia della nuova e tardiva gravidanza di sua
moglie. Sarà più faticoso far quadrare i conti ma Dan è felice. Fino a
quando l'azienda non viene assorbita da una multinazionale che mette al
suo posto l'insopportabilmente arrogante quanto incompetente e insicuro
Carter, appena ventiseienne. La commedia si arricchisce di un altro
risvolto: oltre al posto Dan si vede soffiare anche la figlia, irretita
dal giovanotto. Il personaggio di Carter e il suo interprete Topher Grace
sono approssimativi e caricaturali. Ma restano validi gli apprezzamenti
per la scelta tematica ben sostenuta dall'interpretazione principale. |